Decreto del lavoro maggio: aumento busta paga e non solo, tutte le misure introdotte dal Governo

Nuovo decreto del lavoro, approvato dal Consiglio dei Ministri, in una data simbolica, ovvero l’1 maggio, festa dei lavoratori.

Con l’approvazione del decreto del lavoro ci sono numerose novità e un nuovo pacchetto di misure economiche e fiscali indirizzate tanto alle famiglie quanto alle imprese.

decreto del lavoro 1 maggio
Canva – Economia Blog

Il decreto del lavoro prevede diverse novità che riguardano i contratti a tempo determinato e un importante modifica relativa al reddito di cittadinanza. Dopotutto, il governo aveva più volte annunciato l’intenzione di eliminare il reddito, attraverso l’introduzione di nuove misure volte a sostenere le famiglie in difficoltà e a incentivare la formazione dei cosiddetti cittadini occupabili.

Scopriamo nel dettaglio tutte le misure economiche e fiscali che il governo ha introdotto con il decreto del lavoro dell’1 maggio.

Decreto del lavoro dell’1 maggio: tante novità in arrivo

Con l’approvazione del decreto del lavoro da parte del Consiglio dei Ministri, lo scorso 1 maggio sono state introdotte numerose novità che riguardano il mondo del lavoro.

In particolare, il governo Meloni ha deciso di approvare un pacchetto di misure economiche che comprendono il cuneo fiscale, i contratti a termine, l’assegno di inclusione, gli incentivi occupazionali, la detassazione, i fringe benefit e altre misure.

Cuneo fiscale: arriva il taglio

Il governo meloni attraverso l’approvazione del decreto lavoro ha deciso di introdurre il taglio del cuneo fiscale e contributivo. Quest’opportunità è prevista una tantum, nel periodo lavorativo compreso dal 1 luglio al 31 dicembre 2023 e non coinvolge la tredicesima mensilità.

Tramite l’applicazione del taglio del cuneo fiscale i lavoratori otterranno un taglio pari al 6% per i redditi sotto i €35000 e al 7% per i redditi inferiori a €25.000. Si tratta di una misura temporanea che sarà applicata fino alla fine dell’anno.

A conti fatti l’aumento netto in busta paga può arrivare a circa €100 al mese, per le famiglie in maggiore difficoltà economica.

Contratti a tempo determinato

Per favorire l’aumento del tasto occupazionale, nel decreto lavoro è stata introdotta un’importante novità che riguarda i contratti a tempo determinato con durata compresa tra i 12 e 24 mesi. In favore di queste categorie di contratti sarà eliminato il vincolo sulle causali, per i rinnovi oltre i dodici mesi che avvengono a causa di esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva.

In questo modo, verrà concessa la possibilità ai contratti a termine di avere una durata superiore all’anno, purché il rapporto di lavoro non vada oltre 24 mesi.

Assegno di inclusione

Con lo scopo di eliminare in maniera definitiva il reddito di cittadinanza a partire dal 1 gennaio 2024, sarà introdotto l’assegno di inclusione. Si tratta di un’indennità economica riconosciuta in favore delle famiglie a basso reddito, in cui è presente un disabile o minore o una persona over 60.

Per ottenere il riconoscimento dell’assegno di inclusione, occorre che il nucleo familiare abbia un ISEE non superiore a 9360 euro. Inoltre, il reddito familiare non deve superare i 6000€ all’anno moltiplicati per la scala di equivalenza.

L’assegno di inclusione sarà erogato dall’INPS tramite un pagamento elettronico. Il riconoscimento economico durerà 18 mesi e potrà essere rinnovato per altri 12 mesi con uno stop di un mese. La somma di denaro riconosciuta alle famiglie che ne hanno diritto può arrivare a massimo €500 al mese.

In ogni caso, il beneficio mensile non sarà inferiore a 480 euro esentasse. A questa somma di denaro saranno aggiunti ulteriori 280 euro, nel caso in cui il nucleo vive in affitto.

Decreto del lavoro: il patto di servizio

Con l’eliminazione definitiva del reddito di cittadinanza, sarà introdotta una nuova misura in favore dei cosiddetti cittadini occupabili. Il governo ha deciso di introdurre il patto di servizio, che riconosce un importo pari a €350 al mese, per massimo un anno, senza possibilità di rinnovo e purché il soggetto prenda parte a corsi di formazione professionale.

Potranno beneficiare di questa possibilità tutti i soggetti in età compresa tra 18 e 59 anni, che si trovano in condizioni di povertà assoluta. Il contributo economico sarà revocato al rifiuto di un’offerta di lavoro sia a tempo pieno che parziale, in presenza di una proposta di contratto di almeno un mese.

Incentivi per l’occupazione

Per incentivare l’assunzione di lavoratori sono previsti dei benefici indirizzati in favore dei datori di lavoro. In particolare, i datori di lavoro che assumono giovani al di sotto dei 30 anni di età hanno la possibilità di beneficiare dell’esonero contributivo al 60%, per un periodo massimo di 36 mesi e un’agevolazione sulla retribuzione pari al 60% della stessa per un periodo di 12 mesi.

Dispone anche il riconoscimento di un contributo per l’assunzione di soggetti affetti da disabilità. In questo caso, l’agevolazione è indirizzata in favore di enti e organizzazioni che assumono a tempo indeterminato un soggetto affetto da disabilità, nel periodo che va dall’1 agosto 2022 al 31 dicembre 2023.

Decreto lavoro: il punto sui fringe benefit

In merito ai fringe benefit, con l’approvazione del decreto del lavoro è stata introdotta una detassazione fino alla soglia di €3000, per i dipendenti che hanno figli minori a carico. Anche in questo caso si tratta di un’agevolazione temporanea limitata solo al periodo d’imposta 2023.

In questa detassazione rientrano anche le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche.


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