Transizione energetica: 5 luoghi comuni che frenano il progresso

In tema di transizione energetica. quali sono i cinque luoghi comuni, le convinzioni che frenano il progresso sfatate da Italy for Climate: i dettagli

La transizione energetica viene accompagnata talvolta da una serie di luoghi comuni e convinzioni ricorrenti, presunti problemi che possono rallentarne il processo: ecco quali sono e come Italy for Climate ha sfatato proprio quest’ultimi.

Pannello fotovoltaico, lampadina, spina
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La fondazione per lo sviluppo sostenibile, infatti, si è soffermata proprio su cinque falsi miti che, partendo dalla transizione energetica, si legano a diversi ambiti, principalmente quello economico.

Con Italy for Climate, si fa riferimento al think tank della Fondazione per lo sviluppo sostenibile che nasce con l’obiettivo di fornire informazioni corrette in merito alla questione climatica,. E, nel dettaglio, a K.EY, di Italian Exhibition Group, ha sfatato tale convinzioni.

Ma quali sono i cinque luoghi comuni in questione?

Anzitutto che le rinnovabili sono e che resteranno marginali; poi che hanno un costo eccessivo; ancora, che le rinnovabili possano esser deleterie per l’economia e l’occupazione. Poi, continuando con le convinzioni suddette, che rovinino il paesaggio e che facciano “restare al buio”.

L’attività di Italy for Climate, per ciascuno di essi, ha riguardato ricerche svolte, con pubblicazioni sulla piattaforma di dati, di fonti e di chiavi di lettura per analizzare in modo semplice ed immediato le informazioni, con diversi livelli d’approfondimento.

Transizione energetica e rinnovabilI: Italy for Climate ‘smonta’ 5 luoghi comuni

Attività di ricerca e pubblicazione di dati, fonti e strumenti per analizzare e comprendere le informazioni, dunque, da parte di Italy for Climate a proposito delle suddette cinque convinzioni diffuse riguardo la transizione energetica e le rinnovabili.

In primo luogo, come si legge nell’approfondimento di Informazione Ambiente, le rinnovabili non sono né resteranno marginali. Otto kW su dieci di impianti di generazione elettrica installati all’anno sono rinnovabili. Nell’arco di un po’ tempo, le fonti di tipo rinnovabile hanno già apportato dei cambiamenti allo scenario energetico globale.

Si legge che è possibile concludere che non corrisponda a verità la convinzione di un costo eccessivo. Al riguardo, un kWh con relativa produzione dall’eolico oppure dal fotovoltaico ha un costo di cinque centesimi di euro, ovvero meno della metà al confronto dei fossili e del nucleare, in Europa.

Per quanto attiene le rinnovabili, queste erano le fonti maggiormente economiche sin prima della crisi energetica. Al contempo, già attualmente vi sono Paesi la cui produzione d’elettricità per più del novanta per cento si lega alle fonti rinnovabili. Inoltre, è in crescita il numero di Esecutivi che si prefiggono il medesimo scopo entro la fine dei prossimi dieci anni.

Proseguendo con i falsi miti, si legge che non è vero che le rinnovabili rovinino il paesaggio. Occorrerebbe soltanto lo 0.7 per cento del territorio del Paese per sostituire gli impianti fossili coi pannelli fotovoltaici. Si tratta di meno di duecentomila ettari, viene spiegato, 1/10 della superficie attualmente edificata nella Penisola.

E per concludere, al 2023 vi saranno quattordici milioni di nuovi posti di lavoro a livello mondiale, rispetto ai cinque milioni di quelli persi riguardo l’oil&gas. In virtù delle rinnovabili, aumentano gli investimenti, cresce l’occupazione e la filiera locale si valorizza, si legge.

Cambiando tema ma restando, in generale, nell’ambito della tematica ambientale, due spunti interessanti da approfondire. Si tratta del cestino intelligente Wate Mate 120, installato in una città italiana, il cui funzionamento è geniale.

E ancora, riguardo il risparmio energetico, la novità delle finestre intelligenti e in che modo c’entrano… i calamari!


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