Colesterolo alto: quali alimenti mangiare e quali evitare

Nei paesi occidentali una buona parte della popolazione ha il colesterolo alto. Ecco gli alimenti alleati della salute.

Ad incidere sui valori di colesterolo ci sono diversi fattori tra cui: l’età, lo stile di vita, l’alimentazione e l’ereditarietà. In ogni caso, i dati relativi all’ipercolesterolemia sono piuttosto allarmanti soprattutto nei paesi occidentali dove si conduce uno stile di vita sedentario e si ha un’alimentazione ricca di grassi saturi.

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Canva – Economia Blog

Per scoprire quali sono i livelli di colesterolo nel sangue è necessario sottoporsi ad un esame ematico, per nulla invasivo e piuttosto veloce. Basta, infatti, effettuare un comune prelievo di sangue che sarà poi analizzato in laboratorio, dando la risposta attesa.

Il colesterolo: cos’è?

Il colesterolo di per sé è una sostanza che fa bene al nostro organismo. Tuttavia, il problema si pone quando i valori di colesterolo sono superiori rispetto alla norma.

In questo caso, infatti, c’è il rischio che il colesterolo si accumuli nelle vene nelle arterie principali sotto forma di placche, che restringono i vasi sanguigni riducendo l’afflusso ematico ai tessuti dell’organismo.

Il colesterolo alto non presenta sintomi, per questo motivo è bene, a partire dai 40 anni d’età, tenere periodicamente sotto controllo alcuni valori ematici. Così facendo è possibile intervenire in tempo utile, prima che le cose si complichino.

In ogni caso, per prevenire il colesterolo alto è necessario fare attenzione alle proprie abitudini alimentari. Ecco quali sono gli alimenti che possono essere consumati, perché alleati di salute, e quali i cibi da evitare.

Colesterolo alto: frutta, verdura e cereali integrali

Per contrastare l’aumento dei valori di colesterolo nel sangue e prevenire la comparsa di patologie cardiovascolari, occorre svolgere un’adeguata attività fisica e curare le proprie abitudini alimentari.

I valori di colesterolo aumentano in presenza di una dieta ricca di grassi saturi. Di conseguenza, per tenere a bada tali valori è necessario avere un regime alimentare basato sul consumo di frutta, verdura, cereali integrali, noci, legumi, pesce, carni bianche e latticini a basso contenuto di grassi.

È inoltre importante fare attenzione anche ai metodi di cottura del cibo. In molti casi, infatti, anche scegliendo un cibo salutare e magro, il metodo di cottura incide negativamente a causa dell’aggiunta di grassi. È questo il caso delle fritture.

Dunque, oltre a consumare pesce e carne bianca è opportuno ricordare di evitare la frittura e prediligere le cotture al vapore o al cartoccio. Inoltre, anche se un cibo è magro non bisogna mai esagerare con le quantità. Di fatto, gli alimenti di origine animale hanno sempre una percentuale, seppur minima, di grassi: dunque, maggiore sarà la quantità di cibo e maggiori saranno le quantità di grassi introdotte nel nostro corpo.

Per concludere, un recente studio ha dimostrato che il consumo di uova non aumenta il rischio di colesterolo o malattie cardiovascolari. L’unico caso in cui è opportuno limitare il consumo di uova è in presenza di diabete.

Cibi da evitare: grassi saturi, zucchero e sale

Per ridurre il rischio che i valori di colesterolo nel sangue aumentino occorre evitare limitare l’assunzione di cibi contenenti acidi grassi saturi, zuccheri e sale.

In particolare, gli acidi grassi saturi contribuiscono all’aumento del livello del colesterolo LDL e alla diminuzione del cosiddetto colesterolo buono HDL.

Per quanto riguarda il colesterolo, questo è principalmente contenuto negli alimenti di origine animale, come ad esempio i molluschi e le uova. Tuttavia, se questi vengono consumati in piccole quantità e in maniera sporadica, non si corre alcun rischio.

Per quanto riguarda gli zuccheri semplici, anche questi sono responsabili dell’aumento di livelli di colesterolo nel sangue perché incidono soprattutto sul metabolismo glucidico, ma anche sul quadro lipidico.

Infine, occorre limitare l’uso di sale. Non si parla di eliminare completamente il sale dalla propria alimentazione, ma di ridurne le quantità per non affaticare il sistema cardiocircolatorio.


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