Ravvedimento operoso 2023 per sanare i debiti con il Fisco: come usarlo senza commettere errori

Il ravvedimento operoso consiste in un iter grazie a cui è possibile riparare alle irregolarità legate al mancato versamento dei tributi, pagando sanzioni ridotte. Alcuni interessanti dettagli.

I contribuenti non debbono dimenticare che esiste una procedura a loro favore, denominata ‘ravvedimento operoso’.

ravvedimento operoso
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Questo perché la legge italiana dà la facoltà di pagare in modo volontario le tasse che non sono state a suo tempo versate, per sbaglio o dimenticanza. Ecco allora che il ravvedimento permette di porre rimedio in ipotesi di mancato rispetto di un obbligo fiscale.

Di fatto il mancato versamento di una imposta comporta l’applicazione di un interesse e di sanzioni ad hoc nei confronti del contribuente. Queste ultime però sono ridotte in ipotesi di ravvedimento operoso – in relazione all’effettivo ritardo nel pagamento. Vediamo allora un po’ più nel dettaglio questo argomento, che sicuramente interesserà non pochi contribuenti.

Ravvedimento operoso: a cosa serve?

Il cosiddetto ravvedimento operoso, disposto in base all’art. 13 del Dlgs n. 472 del 1997, in tema di regole generali sulle sanzioni amministrative per le violazioni di norme tributarie, ha una funziona chiara. La procedura consente infatti di cogliere due distinti obiettivi:

  • la regolarizzazione dei versamenti in precedenza omessi oppure insufficienti, anche superando le eventuali altre irregolarità fiscali che siano emerse;
  • godere di una riduzione delle sanzioni di cui alla legge.

Pertanto, se è vero che in ipotesi di mancato versamento di una cartella fiscale, il contribuente si espone alle sanzioni amministrative pecuniarie, è altrettanto vero che con il ravvedimento sarà appunto possibile rimediare a uno sbaglio, un errore o una dimenticanza. Si tratta di quelle situazioni in cui il contribuente non ha adempiuto ad un obbligo, ma restando sul terreno della buona fede.

Oggi meno limiti al ravvedimento operoso

Anteriormente alla legge di stabilità 2015, il ravvedimento operoso era possibile soltanto nell’osservanza di specifici limiti di tempo, e richiedeva alcune condizioni particolari come ad es. che non fossero già iniziati controlli, ispezioni e verifiche. Oggi la procedura è slegata dalle molte preclusioni del passato, per quanto attiene ai tributi amministrati dalle Entrate.

Il ravvedimento operoso ora viene inibito impedito soltanto nell’ipotesi nella quale si si riceva la notifica degli atti di liquidazione e di accertamento. E comunque è pur vero che il pagamento di somme arretrate dovute al Fisco e la regolarizzazione non vietano possibili verifiche amministrative di controllo e accertamento, come anche accessi e ispezioni.

Come funziona il ravvedimento operoso?

Se ci si chiede come attuare il ravvedimento operoso in concreto, rispondiamo che il contribuente potrà effettuare la regolarizzazione di errori, omissioni e versamenti mancanti, versando spontaneamente l’imposta dovuta, gli interessi quantificati rispetto al tasso legale annuo (dalla data nella quale il pagamento avrebbe dovuto essere compiuto a quello nel quale è di fatto svolto) e la sanzione, ma di ammontare ridotto in base all’entità del ritardo nel pagamento.

Infatti a seconda della riduzione delle sanzioni applicata al caso concreto sarà possibile parlare di ravvedimento:  sprint, breve, trimestrale, annuale, biennale o lunghissimo. Ognuno di essi può essere esercitato entro uno specifico lasso di tempo dalla data di scadenza del versamento.

In altre parole, il calcolo della cifra da pagare con il ravvedimento operoso deve considerare quanti giorni sono passati dalla scadenza dei termini di pagamento e, in linea generale, possiamo affermare che con un ritardo nel versamento di un’imposta, il calcolo delle somme da versare con ravvedimento operoso dovrà considerare una maggiorazione per percentuale diversa a seconda del ritardo in gioco.

Saldare il debito con il Fisco con il ravvedimento operoso: con quali strumenti?

Vediamo infine in sintesi come fare i pagamenti per saldare i propri debiti grazie al ravvedimento operoso, ovvero quali strumenti utilizzare:

  • modello F24, in riferimento alle imposte sui redditi, le collegate imposte sostitutive, l’IVA, l’IRAP e l’imposta sugli intrattenimenti;
  • modello F23, per quanto attiene all’imposta di registro e agli altri tributi indiretti;
  • F24 Elide in rapporto a tributi, sanzioni e interessi, collegati alla registrazione dei contratti di locazione e affitto di beni immobili;
  • F24 Elide per l’imposta ipotecaria, le tasse ipotecarie, l’imposta di bollo e le sanzioni, dovuti in riferimento ai servizi di aggiornamento dei registri immobiliari e all’emissione di copie e certificati.

Concludendo, abbiamo visto che chi commette irregolarità di ambito fiscale può sanare la propria posizione grazie al ravvedimento operoso, ovvero uno degli strumenti deflattivi per il contenzioso tributario insieme con l’autotutela e i differenti strumenti di pace fiscale, di cui il contribuente può avvalersi per una efficace collaborazione con l’Agenzia delle Entrate.

Il ravvedimento permette di pagare spontaneamente quanto dovuto, pur sommando gli interessi legali. Il vantaggio oggettivo sta nel fatto della riduzione delle sanzioni disposte per queste irregolarità. E l’ammontare della riduzione dipende dalla data nella quale si procede alla regolarizzazione della propria posizione.


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