Addio ai costi commissioni POS per le transazioni elettroniche sotto i 30 euro: la soluzione

Al via al MEF il tavolo tecnico di cui in manovra, mirato a trovare soluzioni concordate che permettano di limitare i costi delle transazioni elettroniche, con specifico riferimento ai pagamenti digitali di ridotto ammontare ed effettuati via POS. I dettagli.

Era stato annunciato tra le novità dell’ultima legge di Bilancio e presto sarà realtà. Il Governo ora spinge deciso verso un accordo per diminuire i costi delle commissioni POS, almeno sulle transazioni pari ad un valore inferiore ai 30 euro.

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Questa è la linea ed infatti è stato recentemente istituito un tavolo tecnico ad hoc al Ministero dell’Economia. Ne dà notizia quest’ultimo con un recente comunicato stampa.

Sarà il contesto adatto a trovare soluzioni idonee a porre un freno sui costi delle transazioni elettroniche, che in effetti costituiscono un onere non indifferente per i commercianti. E questo rileva in particolare per quelle operazioni di ammontare contenuto, compiute grazie a questo strumento elettronico. Perciò quali prospettive ci attendono a riguardo? Davvero siamo prossimi ad un taglio effettivo delle commissioni POS? Facciamo chiarezza.

Commissioni POS, introduzione e critiche sui costi: il contesto di riferimento

Forse non tutti sanno che nel nostro paese il POS è obbligatorio dal 2012, vale a dire dall’epoca del Governo Monti e  dunque in una fase di piena crisi economica. Ecco perché molti ritengono che non sia affatto un caso che il tema sia tornato in auge nel corso dell’emergenza sanitaria, da cui sono scaturite conseguenze economiche molto evidenti.

Ebbene, per quanto riguarda il 2023, ricordiamo che il Governo ha prima proposto e poi deciso di abbandonare l’idea della rimozione dell’obbligo di accettare pagamenti elettronici (con carta) al di sotto di una certa soglia. Questo vuol dire che almeno per quest’anno il POS è obbligatorio per transazioni di ogni importo.

Anzi sgomberiamo il campo da possibili dubbi: l’obbligo si applica anche sui cosiddetti micro-pagamenti e ciò significa che ipoteticamente anche un pagamento di pochi euro può essere fatto in modo elettronico. Tuttavia i commercianti finora hanno lamentato il costo delle commissioni legate ai pagamenti con bancomat e carta di credito e anche in ragione di questo il Governo ha inteso intervenire come indicato in manovra.

Possibile un taglio delle commissioni fino a 30 euro

In base alle ultime indiscrezioni, il tavolo tecnico recentemente istituito potrebbe portare ad una decurtazione delle commissioni POS:

  • per spese almeno entro la soglia dei 30 euro a carico degli esercenti di attività di impresa, arti o professioni,
  • aventi ricavi e compensi legati all’anno anteriore non maggiori di 400mila euro.

La linea in manovra è quella di riuscire a trovare un compromesso sul tema e, in caso di esito negativo e di impossibilità di trovare un accordo, la conseguenza sarebbe l’assoggettamento dei prestatori dei servizi di pagamento e dei gestori dei circuiti ad una tassa straordinaria sugli incassi legati a dette transazioni elettroniche, da rivolgere di seguito a misure compensative per gli extra costi a carico degli esercenti. Possibile dunque l’introduzione di un credito d’imposta ad hoc.

Vero è che nella prima bozza della manovra 2023 l’Esecutivo aveva incluso nel testo una regola che introduceva lo stop alle multe, per i commercianti che dicevano no ai pagamenti con POS per transazioni elettroniche sotto il tetto dei 30 euro. Ma a seguito di alcuni contrasti  con l’Unione Europea, la norma era poi stata tolta dal testo.

Al suo posto tuttavia l’introduzione del citato tavolo tecnico, per il confronto tra istituzioni, esercenti, istituti di credito e gestori di servizi di pagamento. Questo mirerà a trovare una soluzione entro il 31 marzo, giorno dopo il quale scatterebbe la citata introduzione del contributo straordinario da far valere proprio sui prestatori di servizi di pagamento.

Bonus POS nel 2023: che cos’è in breve

Infine non dimentichiamo che anche per quest’anno è attivo il cosiddetto bonus POS, e ci riferiamo al credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni di pagamento compiute con strumenti tracciabili su iniziativa di consumatori privati.

Si tratta dell’agevolazione di cui all’art. 22 del decreto-legge n. 124/2019, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili. Ebbene, per quanto riguarda il suo meccanismo, il bonus POS non prevede scadenza, e dunque i soggetti che hanno aperto partita IVA e le aziende con ricavi e compensi sotto i 400mila euro possono farne domanda. Quest’agevolazione è sfruttabile in compensazione con Modello F24 (codice tributo 6916) dal mese posteriore alla transazione elettronica.


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