Decreto Superbonus, il Parlamento cambia tutto? Le prospettive e le novità per cessione del credito e sconto in fattura

Modifiche al decreto Superbonus in arrivo. Cessione del credito e sconto in fattura, non tutto è perduto. Che cosa cambierà?

Nelle scorse settimane il Governo ha varato nuove misure correttive nei confronti del Superbonus, con un decreto legge ad hoc che ha ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri.

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Il provvedimento, com’è noto, ha bloccato la cessione dei crediti dei bonus edilizi, nella volontà di correggere disfunzioni in un meccanismo che ha mostrato finora punti deboli, lasciando spazio ad abusi ed irregolarità di più tipi.

Tuttavia detto decreto varato a tutela di aziende, cittadini e istituti di credito è ora fatto oggetto di modifiche. Proprio così: in tema di maxi agevolazione dell’edilizia, la novità è la proroga per salvare gli sconti grazie ad emendamenti depositati nei confronti del citato decreto Superbonus. Perciò cosa cambia per cessione dei crediti e sconto in fattura? Quali saranno le prossime mosse in tema di bonus edilizi? Cerchiamo di capirlo nel corso di questo articolo.

Decreto Superbonus: in calendario a marzo le votazioni in commissione

Come accennato, il varo del dl Superbonus ha portato con sé novità significative, ma queste non hanno trovato un accoglienza bipartisan. Soprattutto, non sono mancate le proteste del mondo dell’edilizia che lamenta rischi di ulteriori difficoltà per moltissime imprese già alle prese con vari problemi legati al Superbonus.

Pertanto non sorprendono le modifiche in arrivo da parte del Parlamento sul citato decreto legge, le quali avranno ad oggetto i bonus edilizi e il controverso meccanismo della cessione dei crediti. In particolare, nell’ambito della commissione Finanza alla Camera in queste ore sono stati presentati alcuni emendamenti, su cui in verità il Governo non sempre si è mostrato favorevole – specialmente sul piano dei costi per lo Stato.

Ma cosa potrebbe cambiare in concreto con gli emendamenti decreto Superbonus? Sintetizziamolo di seguito nei seguenti punti:

  • all’orizzonte il salvataggio della cessione dei crediti per le spese legate all’anno scorso, perciò per alcune categorie di lavori potrebbe tornare presto la cessione come anche lo sconto in fattura. La proroga molto probabilmente toccherà il sismabonus per le aree del cratere, le onlus e il terzo settore, ed anche le case popolari;
  • possibile in particolare il ritorno allo sconto in fattura per chi ha già versato l’acconto ma non ha compiuto gli interventi di edilizia entro il 16 febbraio;
  • possibile altresì una proroga della maxi agevolazione al 110% per le villette e le abitazioni unifamiliari.

Entro metà marzo sono attese le votazioni in commissione, con lo step successivo dell’approdo in aula entro la fine del mese. Ma sembra ormai quasi certo che il decreto Superbonus sarà emendato con novità sostanziali.

Decreto Superbonus, villette e cessione del credito: quali prospettive?

Su almeno un punto si registra condivisione da parte di forze politiche opposte, ovvero la conservazione della cessione del credito per le spese legate al 2022, pur in mancanza di un contratto di cessione regolarmente firmato entro il termine previsto. Non dimentichiamo infatti che la data finale per la presentazione dei documenti è il 31 marzo 2023 e non c’è all’orizzonte alcuna proroga.

Ebbene, nel quadro delle novità in arrivo si punta a permettere di immettere sulla piattaforma web dell’Amministrazione finanziaria la mera domanda di accesso al credito, senza alcun obbligo di aver messo nero su bianco e formalizzato anche l’intesa con la banca. Cosa vuol dire questo? Semplicemente è sufficiente aver chiesto la cessione del credito, anche se la banca non l’ha ancora accettata, e usare la piattaforma delle Entrate. Un prossimo comunicato stampa MEF permetterebbe questa specifica agevolazione Superbonus.

Come accennato sopra, in tema di Superbonus ancora al 110% è probabile la proroga per le villette, dato che il Governo sarebbe intenzionato ad esprimere parere positivo. Anche su questo argomento si è discusso finora in Parlamento e bisogna considerare che la scadenza, per chi ha ottenuto almeno il 30% delle opere di edilizia entro il 30 settembre, è in calendario al 31 marzo. Questo vuol dire che in una situazione come quella attuale, in cui i lavori dei cantieri procedono a rilento, il termine potrebbe non bastare. Si fa largo l’ipotesi di una proroga a giugno, ma il Governo sta riflettendo sulle conseguenze in fatto di costi.


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