Pensione a 58 anni per caregiver: qual è lo scivolo di cui approfittare

Scopriamo quando i caregiver che assistono un familiare con disabilità possono andare in pensione a 58 anni nel 2023. Tutto dipende dai requisiti soddisfatti.

Il sistema pensionistico italiano prevede diverse possibilità per i lavoratori che intendono lasciare il lavoro, alcune più vantaggiose altre meno.

pensione 58 anni
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I lavoratori sono in attesa di un intervento strutturale flessibile e duraturo che non è stato possibile per il Governo Meloni inserire nella Legge di Bilancio 2023 dati i tempi ristretti. Ora i mesi che hanno davanti potrebbero essere utili per partorire un’idea che possa soddisfare gli italiani. Al momento, però, chi vuole andare in pensione con l’assegno “pieno” dovrà attendere i 67 anni di età e la maturazione di venti anni di contributi minimi. In alternativa si potranno sfruttare altre forme di pensionamento anticipato, alcune delle quali non particolarmente vantaggiose. Citiamo la pensione anticipata ordinaria, la pensione per precoci, l’APE Sociale, Opzione Donna e l’ultima arrivata, Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi). Attenzione, non tutti i cittadini possono accedere alle forme elencate. Occorrerà rispettare specifici requisiti anagrafici, contributivi e appartenere a determinate categorie di lavoratori.

Scopriamo, dunque, quale scivolo possono utilizzare i caregiver per uscire dal lavoro a 58 anni.

Quali sono le uscite anticipate possibili per i caregiver

I caregiver sono persone che si prendono cura di un familiare con invalidità certificata da una Commissione INPS. Una volta completato l’iter di riconoscimento della patologia invalidante con conseguente stesura del verbale in cui è indicato il grado di disabilità, il soggetto con menomazione e i caregiver possono approfittare di una serie di agevolazioni economiche e assistenziali. Condizione necessaria per richiedere l’accesso alle prestazioni pensionistiche è che l’assistito abbia una percentuale di invalidità pari o superiore al 74% (se coniuge o parente di primo grado).

Una volta appurato il diritto alla pensione anticipata occorrerà conoscere i requisiti da soddisfare e le misure a cui accedere. Prendiamo come primo esempio l’APE Sociale. Possono richiederla i caregiver che assistono un familiare da almeno sei mesi a condizione che abbiano compiuto i 63 anni di età e maturato almeno 30 anni di contributi. Una precisazione importante, l’APE Sociale non è una vera e propria pensione. Accompagna il lavoratore fino al raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e comporta un importo dell’assegno minore (non potrà superare i 1.500 euro e non è prevista la tredicesima).

In pensione a 58 anni, quando è possibile

I caregiver possono uscire in anticipo dal momento del lavoro se lavoratori precoci. Devono dunque aver versato almeno un anno di contributi prima dei 19 anni e aver maturato 41 anni di contributi (di cui 35 effettivi da lavoro). Un semplice calcolo (18 + 41) consente di comprendere come il pensionamento sia possibile a 59 anni per coloro che hanno iniziato a lavorare a 18 anni senza mai interrompere l’attività lavorativa. C’è chi – a ragione – grida al miracolo.

Per la maggior parte delle persone l’età anagrafica raggiunta maturando 41 anni di contributi sarà più alta soprattutto per chi ha frequentato l’università (a meno che non riscatti gli anni di studio dietro pagamento di cifre onerose).

L’opportunità di andare in pensione a 58 anni rimane reale, dunque, solamente per le lavoratrici con due o più figli che scelgono Opzione Donna. La misura – oggetto di importanti modifiche con la Legge di Bilancio 2023 – permette l’uscita a 58 anni di età e 35 di contributi solo alle donne che hanno avuto due figli. Il requisito anagrafico sale a 59 anni con un figlio e a 60 anni con zero figli. Qual è lo svantaggio di questa misura? Il sistema di calcolo sarà completamente contributivo pur rientrando nel sistema di calcolo misto.


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