Sei invalido? Vai in pensione prima: ecco come

Quando può andare in pensione chi ha una ridotta capacità lavorativa a causa di una invalidità? E quale percentuale di invalidità è prevista dalla legge per andare prima in pensione?

Ecco cosa c’è da sapere in questo campo: i requisiti, chi è escluso e quando viene pagata la pensione.

Chi ha una invalidità non minore dell’80% ha diritto ad andare in pensione con un largo anticipo, tra 6 e 11 anni prima degli altri (per la pensione di vecchiaia ordinaria servono almeno 67 anni di età).

Una possibilità prevista dall’articolo 1, comma 8, del D.lgs 503/1992 che dà ai lavoratori con una capacità lavorativa ridotta non meno dell’80 per cento la possibilità di andare in pensione prima, a 60 anni nel caso degli uomini e a 55 anni per le donne.

A partire dal primo gennaio di quest’anno i requisiti anagrafici sono stati però adeguati alle aspettative di vita. Adesso dunque gli invalidi gli invalidi con percentuale pari almeno al 80% potranno andare in pensione all’età di:

  • 61 anni per egli uomini (dunque 6 anni prima);
  • 56 anni per le donne (con 11 anni di anticipo).

Oltre all’età, c’è anche un requisito contributivo, identico a quello previsto in genere dalla pensione di vecchiaia, pari quindi a 20 anni (ad eccezione di chi soddisfa i requisiti per andare in pensione a 15 anni grazie a una delle tre deroghe Amato).

Chi può andare in pensione anticipata e chi è escluso

Questa possibilità però non riguarda tutti i lavoratori con invalidità all’80%, ma solo quelli iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria e ai fondi sostitutivi dell’Ago. Dunque l’agevolazione riguarda soltanto i dipendenti del settore privato e non i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi. Esclusi anche i i cosiddetti contributivi puri, che hanno cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995.

Per aver diritto all’agevolazione bisogna poi sottoporsi di nuovo a una visita medica presso le commissioni sanitarie dell’Inps. Devono farlo anche i lavoratori a cui già è stata riconosciuta un’invalidità non minore all’80%. Occorre verificare che ci siano le condizioni per poter ottenere la pensione di vecchiaia agevolata ai sensi della legge n. 222/1984. Infatti occorre valutare l’invalidità specifica e non quella generica (valutata ai sensi della legge n. 118/1971). Il che significa che la riduzione della capacità lavorativa dell’80% dovrà essere riferita all’occupazione abitualmente svolta.

Quando viene pagata la pensione

Il pagamento della pensione in questo caso non avviene, come per le pensioni di vecchiaia, dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si sono soddisfatti tutti requisiti richiesti, oppure in alternativa, su domanda dell’interessato, dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Diversamente, gli invalidi invece devono aspettare l’apertura di una finestra mobile di 12 mesi per ricevere il primo rateo pensionistico. Vale a dire che la prima pensione non arriverà prima di un anno dalla maturazione dei requisiti necessari.

Anche per gli invalidi, come per chi accede alla pensione di vecchiaia, vige la regola che per avere la pensione occorre smettere di lavorare come dipendenti.

Il caso dei lavoratori ciechi

Un caso particolare è quello dei lavoratori affetti da cecità assoluta con residuo visivo non superiore a un decimo in entrambi gli occhi. In questo caso i lavoratori del settore privato potranno andare in pensione a 56 anni nel caso degli uomini e a 51 anni in quello delle donne.

Questo vale però soltanto per i lavoratori ciechi dalla nascita o comunque diventati ciechi prima dell’inizio del rapporto assicurativo, o comunque per quelli diventati ciechi successivamente ma che hanno maturato almeno 10 anni di contributi dopo l’insorgenza della cecità.

In caso contrario i lavoratori ciechi possono andare in pensione come gli invalidi all’80%, dunque a 61 o a 56 anni. Nel loro caso bastano però 15 anni di contributi.


    Impostazioni privacy