Aumenti in bolletta dell’acqua: rischio famiglie sul lastrico

Nelle ultimi mesi si sono registrati aumenti in bolletta dell’acqua: cresce la preoccupazione tra i consumatori.

Dando un’occhiata alle tariffe e alle bollette del 2020, è stato possibile constatare un aumento anche in bolletta dell’acqua. Dopo gli aumenti del gas e dell’energia elettrica, ora le famiglie sono davvero preoccupate di finire sul lastrico.

Aumenti in bolletta dell'acqua
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In base ai dati raccolti dall’Osservatorio prezzi e tariffe, le bollette dell’acqua hanno registrato aumenti nel giro di due anni. Si tratta di incrementi silenziosi, di cui nessuno parla.

Perché si sono verificati aumenti in bolletta dell’acqua? Questo fenomeno riguarda tutta l’Italia o solo alcune aree?

Aumenti in bolletta dell’acqua: cosa sta accadendo

La crisi energetica che ha caratterizzato il 2022, ha visto aumentare notevolmente le tariffe di luce e gas. Ma, a quanto pare, gli aumenti relativi alla corrente elettrica e al gas metano non sono gli unici a preoccupare i consumatori.

In base ai dati raccolti dall’Osservatorio prezzi e tariffe, nel giro di un biennio, sono aumentate anche le bollette relative ai consumi di acqua.

Basti pensare che nel 2021, la spesa media è stata di circa 460 euro all’anno, facendo registrare già un + 2,6% rispetto all’anno precedente.

Purtroppo i dati più aggiornati risalgono al 2021, per il momento non si hanno informazioni in merito ai possibili rincarirci che hanno caratterizzato il 2022. Ma, com’è prevedibile, le cose potrebbero essere peggiorate.

Nel report pubblicato dall’Osservatorio, pare che la situazione non sia omogenea in tutta Italia. Di fatto, in alcune aree si registrano bollette medie decisamente più alte.

È questo il caso della città di Frosinone, in Lazio, dov’è mediamente i cittadini pagano quasi 850 euro all’anno per i consumi di acqua sanitaria.

Da un punto divisa regionale, la maglia nera aspetta alla Toscana con bollette dell’acqua medie pari a circa 720 euro all’anno.

Mentre si abbassano notevolmente i consumi, se andiamo in alcune metropoli come Milano, dove gli abitanti spendono poco più di 160 euro all’anno per la bolletta dell’acqua domestica.

Anche il Molise sembra essere una delle regioni più virtuose, con la spesa più ridotta, dove gli utenti pagano poco più di 180 euro all’anno.

Il “perché” degli aumenti

È dunque evidente che c’è un’enorme discrepanza tra diverse Regioni e città d’Italia. Per quale motivo, ci sono città in cui cittadini devono farsi carico di una spesa idrica di oltre 800 euro e altre, in cui, i cittadini non arrivano a pagare neanche 200 euro all’anno?

Come spesso accade in questi casi, il problema principale è la gestione delle risorse idriche.

Com’è noto, lo Stivale è caratterizzato da una dispersione idrica di notevole entità.

In base ai dati raccolti dal Fai, il Fondo Ambiente, in Italia la dispersione idrica nel settore civile conta perdite pari al 45,3% delle risorse immesse.

Questo dato deriva dalla differenza tra i volumi prelevati e quelli utilizzati.

Il dato che desta maggiore preoccupazione è quello relativo agli acquedotti: per ogni 100 litri immessi nella rete, se ne perdono mediamente 41,4.

Questi dati fotografano impietosamente lo stato di usura della rete idrica italiana. Ci stiamo riferendo ad una rete di 425 mila chilomteri. Se poi si includono anche gli allacciamenti, si arriva a 500 mila chilometri, che percorrono l’Italia in lungo e in largo.

Il dato eclatante è che il 60% della rete nazionale è stato posato oltre 30 anni fa, mentre il 25% della rete supera anche i 50 anni.

Attualmente, è in atto un rinnovo della rete idrica Nazionale che, però, procede con una lentezza biblica.

Basti pensare che il rinnovo avviene a 3,8 metri per ogni km di rete. Di questo passo, saranno necessari circa 250 anni per sostituire le condutture di tutto il Paese.

In base alle stime di Utilitalia, servirebbero circa 5 miliardi di euro all’anno per poter mantenere in condizioni adeguate alla rete idrica italiana.

Gli investimenti che attualmente vengono fatti in questo settore hanno un valore che oscilla tra i 32 e i 34 euro per cittadino. Si tratta di un dato particolarmente basso, soprattutto se lo si paragona con quelli europei che si aggirano mediamente sui 100 euro per abitante.


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