Crisi energetica: il geotermico è la soluzione del futuro o “un grosso buco” nell’acqua?

La crisi energetica spinge, inevitabilmente, verso la ricerca di nuove soluzioni che permettano di superare definitivamente i combustibili fossili.

A quanto pare la perforazione geotermica profonda potrebbe rappresentare una valida soluzione per il futuro. Dopotutto, l’Europa si è posta come obiettivo quello di eliminare definitivamente, tra qualche anno, i combustibili fossili.

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È dunque necessario trovare, al più presto, fonti di energia rinnovabili che siano efficaci ed efficienti.

L’energia geotermica è una fonte di energia rinnovabile che si basa sullo sfruttamento di calore naturale prodotto dal pianeta terra. Il nucleo terrestre rilascia energia termica, per effetto del decadimento nucleare degli elementi radioattivi contenuti al suo interno. Ci stiamo riferendo al processo naturale di decadimento di Uranio, Torio e Potassio.

Al momento, l’energia geotermica rappresenta solo l’un per cento della produzione mondiale di energia. Ma diversi studi hanno dimostrato che può essere una soluzione per il futuro.

Come può essere sfruttata l’energia geotermica? Qual è il suo potenziale?

Crisi energetica: la soluzione potrebbe essere il geotermico

In base ad uno studio condotto dal Massachusetts Institute of Technology, potenzialmente l’energia geotermica contenuta nel nostro pianeta è pari a 12.600.000 ZJ. Per comprendere quanto sia elevato tale potenziale, basta ricordare che il consumo mondiale di energia all’anno ammonta a 0,5 ZJ.

Ad ogni modo, esistono diverse tipologie di sorgenti geotermiche:

  • Idrotermica, che si trovano ad una profondità di circa 1000-2000 metri e che, in base alla pressione, può essere classificata come sorgente geotermica a vapore o ad acqua dominante.
  • Geopressurizzata, che si trova ad una profondità compresa tra 3000 e 10000 metri, dove l’acqua è caratterizzata da pressioni elevate e una temperatura di almeno 160 gradi.
  • Petrotermica, si tratta di rocce calde (non c’è acqua).

Attualmente, l’85% delle fonti geotermiche utilizzate al mondo appartengono a questa’ultima categoria. Purtroppo, però, sono difficili da sfruttare, proprio a causa dell’assenza di acqua.

In che modo sviluppare l’energia rinnovabile del futuro

In occasione del TEDX Boston Planetary Stewardship Event, tenutosi in concomitanza con la COP27, in Egitto, il co-fondatore di Quaise Energy, Matt Houde ha affermato che il geotermico rappresenta una soluzione per avere energia pulita sempre disponibile.

Tuttavia, per poter sfruttare questa fonte di energia green è necessario avere trivelle altamente performanti. Secondo gli studi, l’energia geotermica profonda, ovvero quella oltre 400 metri di profondità, ha un elevato potenziale.

Al momento l’energia geotermica sprigionata dal nostro pianeta supera di oltre un miliardo la domanda annuale di energia. Dunque, tutto ciò di cui avrebbe bisogno l’essere umano è solo una frazione di questa enorme quantità di energia, per riuscire a soddisfare il fabbisogno globale.

Tuttavia, al momento, l’unico intoppo è rappresentato dalla tecnologia.

A quanto pare non è possibile scavare troppo in profondità. Poiché, a causa del calore geotermico, le punte delle trivelle si rompono.

Ma, come confermato dallo stesso Houde, non bisognerebbe andare oltre le 10 miglia di profondità, ovvero 16mila metri, per trovare temperature ottimali. Di fatto, scavando oltre tale profondità, si correrebbe il rischio di trovare acqua a temperature super critiche.

Il pozzo di Kola: un esempio da seguire

Il pozzo più profondo perforato finora a Kola, in Russia. Si tratta di un foro di 7,6 miglia, oltre 12.000 metri di profondità. Per realizzare il pozzo di Kola sono stati necessari 20 anni. L’ostacolo principale per la realizzazione del pozzo è stato di tipo tecnologico: le attrezzature convenzionali si rompono.

Per questo motivo, sta cercando di sviluppare una tecnologia che sia in grado di superare i limiti attualmente riscontrati. Al momento, lo sviluppo si sta concentrando su una tecnologia che è in grado di far esplodere la roccia, tramite l’utilizzo di microonde. In questo modo, si potrebbero creare buchi anche più profondi rispetto al pozzo di Kola e, perchè no, risolvere la crisi energetica in maniera definitiva.


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