Mamma travolta da un camion salva la sua bimba prima della tragedia fatale

Una mamma di 30 anni muore travolta da un camion mentre passeggia sul marciapiede con la figlia di soli due anni. Perché queste tragedie continuano a capitare?

Spinge via il passeggino nel momento in cui intuisce il pericolo. R. A. salva così la figlia nel suo ultimo gesto d’amore prima di morire.

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Si può morire a trent’anni mentre si passeggia tranquillamente sul marciapiede insieme alla bimba di due anni? Sono tragedie che non vorremmo mai raccontare e che, invece, capitano sempre più spesso. Alcool, disattenzione, stanchezza, le strade non sono un luogo sicuro se non ci si può fidare di chi è alla guida. R. A. non poteva immaginare che quel 22 settembre avrebbe accompagnato per l’ultima volta sua figlia in una passeggiata. Ha visto un camion venirle contro e ha avuto la freddezza di mettere in salvo la piccola prima di essere travolta. Dopo tre settimane di agonia trascorse in ospedale è venuta a mancare e i dottori non hanno potuto far altro che dichiarare il decesso della donna. Resterà sempre un’eroina agli occhi della figlia ma ciò non toglie che una giovane vita è stata spezzata e una famiglia distrutta dal dolore.

La mamma travolta dal camion non ce l’ha fatta

La tragedia si è consumata lo scorso 22 settembre nel Regno Unito. A. si è salvata ma non è stato così per la mamma R. Una testimone ha visto la donna spingere via il passeggino con la bimba di due anni prima di essere travolta dal camion. Se avesse agito diversamente anche la piccola A. sarebbe stata presa in pieno.

Il marito della vittima si trovava a lavoro, tentava di contattare la moglie senza risultato. Ha chiesto al suocero di controllare e da lì l’amara scoperta. La Polizia ha riferito all’uomo dell’incidente e del fatto che R. era stata trasportata con l’elicottero in ospedale. Il trauma cranico è risultato, però, fatale e il giorno 16 ottobre la donna è deceduta. A. continua a chiedere della sua mamma e il papà le ha spiegato che ora è una stella nel cielo ma comprendere la morte è difficile per un adulto, figuriamoci per una bambina così piccola. I pianti notturni, come ha riferito il marito di R., C. T., sono frequenti e durante il giorno non va meglio.

Chi è l’uomo colpevole di omicidio

A distruggere la vita di una famiglia è stato un 67enne inizialmente arrestato e poi rilasciato su cauzione. Non si è nemmeno fermato dopo l’incidente ma questo sembra non essere sufficiente per una pena più pesante. Non solo in Italia, dunque, a volte la giustizia non svolge adeguatamente il suo dovere. Al dolore si aggiunge così altro dolore e ci si chiede per quale motivo i giudici non accordino una pena equivalente al reato commesso. Ci sono falle nella normativa? Andrebbero corrette perché un uomo che ignora il corpo della donna che ha appena investito non dimostrando un briciolo di umanità non meriterebbe di stare a casa con la propria famiglia dopo averne trafitto un’altra.

Ora R. rimarrà nei ricordi delle persone che la amavano come la luce nelle notti più buie, la mia roccia quando inciampavo e la mia migliore amica. Mi ha reso una persona migliore perché vedeva il mio potenziale quando io non potevo. Queste le parole di C. per la moglie.


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