Welfare per gli anziani: nasce la coabitazione solidale e altre forme di assistenza

Progetti di coabitazione, strumenti di agevolazione per visite mediche e altre forme di assistenza agli anziani: cosa prevede il nuovo Ddl.

Approvazione all’unanimità, da parte della Camera dei Deputati, al cosiddetto Ddl Anziani. Un passaggio legislativo che, sulla carta, potrebbe rivestire un ruolo centrale nel progetto strategico in favore dell’invecchiamento attivo.

Anziani coabitazione solidale
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La problematica della solitudine, dell’accantonamento progressivo o addirittura dell’abbandono, infatti, continua a riguardare una parte nemmeno troppo esigua della popolazione più avanti con l’età. E, non in pochi casi, si tratta di persone che, teoricamente, avrebbero una famiglia che potrebbe prendersi cura di loro. L’obiettivo del provvedimento politico, uno dei pochi approvati senza voti contrari, è quello di favorire la promozione dell’autonomia, oltre che sviluppare delle iniziative volte alla prevenzione delle fragilità. E, chiaramente, dei suoi effetti a lungo termine sull’incidenza sociale degli anziani. Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha parlato di una misura straordinaria, volta ad adeguare il welfare del nostro Paese ai bisogni sociali. Obiettivo che, fra i primi e fondamentali passi, punta a utilizzare la promozione del benessere delle persone anziane, predisponendo per le loro famiglie gli strumenti più adatti per adempiere alle proprie mansioni di cura.

Il concetto di fondo è quello, più volte sponsorizzato, della cosiddetta coabitazione solidale. Nel concreto, il progetto del Governo poggia sulle risorse messe a disposizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), da destinare in parte al rinnovamento degli strumenti di welfare finalizzati al benessere sociale. Incluso, naturalmente, quello degli anziani e di coloro non autosufficienti. Costoro, infatti, avranno a disposizione una serie di iniziative che avranno il compito di migliorarne sia l’integrazione sociale che l’accesso a procedure agevolate per il disbrigo di pratiche ordinarie. Ad esempio, un più semplice accesso alle prestazioni sanitarie o un sostegno diretto ai caregiver.

Ddl Anziani, le principali misure preiste dal nuovo quadro legislativo

Le misure preiste, al momento, sono state pensate per un test sperimentale. Tra queste, la cosiddetta “prestazione universale gratuita”, ossia un rimpiazzo dell’indennità di accompagnamento, che consentirà alle persone anziane e non più autosufficienti di scegliere anche le modalità di erogazione. Nello specifico, i beneficiari potranno optare sia per un’erogazione in denaro che in servizi alla persona. Non solo. Il nuovo decreto strizza l’occhio anche ai caregiver, ossia ai familiari che svolgono, accanto alle loro mansioni ordinarie, l’assistenza continuativa a un disabile. O, in questo caso, a una persona anziana non autosufficiente. Costoro, potranno contare su una serie di aiuti paralleli, come dei piani di assistenza in orma personalizzata per l’assistito attraverso la creazione di appositi Puniti unici di accesso (Pua). Per far questo, si arà aidamento alle Comunità, presso le cui case saranno collocati gli sportelli dei Pua. Ci si propone quindi di favorire l’integrazione degli anziani anche migliorando le prestazioni quotidiane di chi ore le sue cure. Le quali, chiaramente, andranno conciliate con il lavoro.

Le innovazioni non entreranno in vigore nell’immediato. Il processo di rinnovamento, infatti, richiederà una serie di altri procedimenti sotto orma di decreti, da disporre da qui al 31 gennaio 2024. Entro tale data, dovrebbe essere istituito addirittura un Comitato interministeriale totalmente dedicato alla popolazione anziana, al quale sarà dato mandato di portare a termine tutti i processi di riforma. In tal senso, l’assistenza domiciliare sarà ulteriormente agevolata attraverso il potenziamento del sistema delle visite mediche a domicilio, agendo in modo sinergico con le farmacie territoriali. Non è ancora chiaro se ai caregiver sarà fornita assistenza ulteriore anche dal punto di ista economico.

Progetti di coabitazione attiva

Di sicuro, tra le attività di promozione e integrazione si punterà in modo deciso sulla cosiddetta coabitazione sociale. Un concetto sostenuto a più riprese da alcune associazioni di categoria, ovviamente finalizzato alle forme di convivenza tra generazioni, sia nei contesti familiari che condominiali. Sul tavolo della riforma c’è, in primis, il “mantenimento delle capacità” degli anziani e dei non autosufficienti, sia sul piano fisico che intellettivo, oltre che sociale. Alcuni progetti hanno preso il via già da alcuni anni. Ad esempio, dopo un primo test nel 2007 a Firenze, il programma Abitare Solidale è arrivato anche a Torino, destinato sia agli anziani soli che alle famiglie in maggiori difficoltà economiche. Il progetto di coabitazione sociale di Abi-TO è promosso dall’associazione Casematte, in prima linea nella promozione del cohousing sociale.

Il servizio di Abitare Solidale è destinato anche alle persone che vivono in appartamenti troppo grandi per le loro possibilità di gestione e che, per questo, hanno bisogno di sostegni diretti. L’obiettivo è far convergere tale esigenza con la ricerca di alloggi a costo zero. Un progetto di coabitazione attiva che punta all’inclusione reciproca.


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