Superbonus, il requisito chiave: cessione e sconto valgono solo così

Aspettando l’intesa sullo sblocco delle cessioni, solo in alcuni casi valgono le vecchie regole. Per il Superbonus e per le altre agevolazioni correlate.

Centoundici miliardi di crediti fiscali, o giù di lì. Tanto hanno generato il Superbonus e i suoi fratelli, ossia i vari bonus connessi a opere di ristrutturazione o efficientamento degli edifici sul piano edilizio ed energetico.

Superbonus infissi
EconomiaBlog

Parola di Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, che traccia un quadro comprensivo dell’agevolazione principale fra quelle edilizie e delle altre previste in questi anni, dall’Ecobonus al Bonus facciate. Nello specifico, il Superbonus è valso da solo ben 61,9 miliardi di crediti fiscali. Cifra che dà il peso della rilevanza della procedura di detrazione in termini di estensione dell’agevolazione, pressoché crescente nel proprio flusso mensile di progetti. L’ufficio parlamentare di Bilancio ha fatto sapere che, dai circa 2 miliardi rilevati alla fine del 2021, il volume dei nuovi progetti ha rapidamente toccato i 3 miliardi (primo semestre del 2022) e quasi i 5 (secondo semestre). Altrettanto significativo che, secondo i dati Enea, gli interventi agevolati siano stati meno di 400 mila (importo medio di 175 mila euro), meno della metà dei quali riguardanti i condomini, per un valore di circa 30 miliardi.

In sostanza, i numeri restano abbastanza indicativi sull’imponenza degli importi mossi dal Superbonus e dagli altri bonus edilizi. E che assumono ulteriore rilevanza nel momento in cui la maggioranza lavora alla ridefinizione delle procedure di cessione del credito e sconto in fattura, bloccate dal Governo per un riassetto della misura ma che, nell’immediato, hanno provocato un numero monstre di crediti incagliati. La convergenza fra Governo e sindacati, se raggiunta, dovrebbe consegnare un Superbonus rivisto e più equo, sempre che la frenata non abbia nel frattempo provocato sconquassi a livello di impresa. Anche perché, i nuovi termini riguarderanno un ampio novero di cantieri attivi (o che avrebbero dovuto essere attivati). Al momento, resistono solo alcuni di essi, peraltro solo se rispondenti a un requisito chiave.

Superbonus, sconto e cessione del credito: come fare per non perdere l’agevolazione

La data spartiacque è stata il 16 febbraio scorso, giorno in cui il Governo ha operato il fatidico stop e fermato, di fatto, tutti i crediti in procinto di essere sbloccati. Il che ha creato nell’immediato una prima distinzione tra cantieri già avviati e da avviare. Tutti i lavori già partiti prima della data in questione, infatti, non sono stati colpiti dal provvedimento governativo. Per tali situazioni, sono rimaste quindi in vigore tutte le disposizioni relative alla fruizione del Superbonus, incluse le possibilità di applicazione dell’iter detrattivo, dalla cessione del credito allo sconto diretto in fattura.

E questo vale tanto per il Superbonus quanto per altre misure agevolative, previste ad esempio per la sostituzione degli infissi o delle caldaie. Questo non toglie che, al fine della fruizione piena, sia necessario il rispetto dei requisiti previsti. Il primo e più importante dei quali, l’avvio effettivo dei lavori. Lo ha chiarito, in audizione alla Camera sulla legge di conversione del Dl n. 11/2023, il cosiddetto “blocca crediti”, la FederlegnoArredo.

Avvio dei lavori: gli step

Il decreto, nello specifico, ha previsto sì il blocco totale della cessione (e anche dello sconto) ma esclusivamente a partire dal 17 febbraio. Ai lavori avviati in precedenza, ha concesso la possibilità di continuare ad applicare le regole fin lì previste per i lavori di edilizia libera (inclusa l’installazione di infissi e caldaie), a patto che lo stato di avvio dei cantieri fosse certificato alla data del 16 febbraio. Per far sì che tale fase venga riconosciuta, le procedure di stipula contrattuale (o del preventivo) dovranno esser già state espletate entro tale scadenza. Inoltre, per quel che riguarda gli step per l’installazione di prodotti (come infissi e tende) il cliente dovrà aver già eseguito un cosiddetto bonifico “parlante” pari all’ammontare del 50% del pattuito.

Il produttore provvederà poi all’ordinazione del prodotto richiesto. La richiesta di appuntamento per il primo impianto coincide con l’inizio effettivo dei lavori. Tale data sarà l’unica a far fede nell’ottica dell’agevolazione secondo le regole precedenti.

L’ipotesi last minute

Nel frattempo, si continua a lavorare sullo sblocco delle cessioni. Sul tavolo del Governo, anche la proposta di smaltire parte dei crediti incagliati attraverso la pratica della dichiarazione sostitutiva. Volta, nella fattispecie, a dimostrare l’effettivo avvio dei lavori entro il 16 febbraio. Almeno per quei cantieri realmente in grado di dimostrarlo. Una dichiarazione mendace sarebbe infatti latrice di sanzioni, anche sul piano penale.


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