Guerra informatica in Italia: siti istituzionali al collasso, attacco rivendicato da un collettivo di hacker filorussi

L’Italia è nuovamente oggetto di attacco informatico. Un’azione coordinata e da parte di un gruppo di hacker russi che hanno bloccato per alcune ore l’accesso a importanti siti nazionali.

Si tratta di una strategia che è in grado di dare filo da torcere alle istituzioni e violare una sicurezza virtuale ma concreta in termini di disservizi e danni economici.

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Economiablog

Ogni giorno sempre di più la tecnologia sostituisce e migliora parti integranti della nostra economia rendendola più intelligente. L’attacco di oggi si è rivelato sorprendete per il tempismo con cui si è abbattuto su diversi siti di enti pubblici e privati.

L’attacco rivendicato dal gruppo di hacker filorussi chiamati NoName057 si è verificato neanche 48 ore dopo la visita ufficiale del presidente del consiglio Meloni a Kiev. È la prima volta che la guerra entra a colpire i sostenitori dell’Ucraina e quindi indirettamente i nemici della Russia.

Un attacco indiretto che non sembra avere avuto gravi conseguenze se non quelle temporanee che hanno colpito il sito del ministero della Difesa, del ministero degli Esteri, quello dei Carabinieri, del Viminale e delle Politiche Agricole.

Per i nazionalisti russi il sostegno militare all’Ucraina è un’implicita dichiarazione di guerra alla Russia, che ha fatto passare in questi mesi l’attacco come una operazione di difesa preventiva. Gli hacker russi sul movente della guerra hanno inoltre attaccato il sito di Bper Banca, quello del gruppo Tim e l’utility A2a.

Gli hacker hanno espressamente rivendicato le iniziative comprese nel sesto pacchetto di aiuti militari dell’Italia.

Alcuni siti attaccati, come quello della banca Bper, sono accessibili dall’Italia ma non dall’estero. La motivazione è semplice, un filtro impedisce il traffico dall’estero per tutelare il portale dall’attacco DDoS, Distributed Denial of Service. Si tratta di un sistema tramite il quale in pochissimo tempo una enorme quantità di traffico riesce a mandare fuori servizio un sito, rendendolo inaccessibile.

Gli attacchi DDos erano già saliti alle cronache quando a marzo 2022 un altro gruppo di attivisti chiamato Noname aveva attaccato siti di aeroporti e istituzioni lituane nonché infrastrutture della Nato.

Al momento gli impatti sembrano limitati è vero anche che da diversi anni l’Europa vive una importante fase di transizione con un’accelerazione importante dal punto di vista della digitalizzazione e una grande sensibilità sul tema dell’innovazione.

Quali sono i settori e le aziende più esposte a una “guerra informatica”?

Qualsiasi azienda che utilizza un computer e telefoni, accetta carte di credito e memorizza dati sensibili nel cloud o su un dispositivo elettronico, deve proteggersi affidandosi oggi a professionisti in grado di monitorare e prevenire gli attacchi ai dati sensibili dell’azienda. Il pericolo è reale tanto che nel 2021 il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato l’istituzione dell’ACN, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.

I settori che l’Europa intende proteggere con strumenti di prevenzione e contrasto degli attacchi informatici, all’interno della sua nuova strategia industriale sono quelli di: Elettronica e digitale, Manifattura tra cui tecnologia dei materiali, robotica, semiconduttori e microelettronica. Oltre a questo tecnologie spaziali e aeronautiche come geo localizzazione e navigazione oltre che comunicazione e connettività sicure basate su satellite.


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