Busta paga falsa, alterata o manomessa: perché e come tutelarsi per non correre rischi di truffa

La busta paga falsa non è così rara nella realtà, se pensiamo che un lavoratore può modificare il suo contenuto per esibire una situazione reddituale migliore oppure per fingere di essere occupato, nel momento in cui chiede un finanziamento ad un istituto di credito o una casa in affitto ad un proprietario. Ma quali sono gli effettivi rischi?

I lavoratori subordinati possono contare su vari diritti a loro favore e, tra essi, c’è anche quello all’emissione mensile della busta paga o cedolino paga, ovvero quel documento che rappresenta tutti i dati numerici che attengono alla prestazione lavorativa del dipendente, ovvero essenzialmente stipendio, tasse e contributi.

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Il datore di lavoro fa pervenire la busta paga al lavoratore e opera come sostituto d’imposta. Se nel caso del lavoratore autonomo, questi  provvede da sé a versare le tasse sul reddito incassato ed i contributi previdenziali al proprio ente di previdenza, nelle circostanze del lavoro dipendente questi adempimenti sono posti in essere dal datore di lavoro.

Chi redige la busta paga dovrà farlo senza errori o sviste, ma attenzione anche al caso della busta paga falsa, che qui ci interessa. Perché viene manomessa la busta paga? E in quali casi tipici succede? Vediamolo insieme e cerchiamo di scoprire quali sono le conseguenze, non prima di aver chiarito ancora qualche aspetto sulla busta paga. I dettagli.

A cosa serve una busta paga o cedolino stipendio?

Lo abbiamo accennato: la busta paga mira a rendere noti al lavoratore, al fisco e agli enti previdenziali, tutti i dettagli legati alla retribuzione lorda e come viene quantificata la retribuzione netta.

In altre parole, la busta paga consiste in quel documento con il quale l’azienda o il datore di lavoro comunica al lavoratore subordinato lo stipendio che gli ha erogato in un certo mese e le trattenute operate sul reddito, per rispettare gli obblighi verso il fisco e verso gli enti previdenziali.

La funzione della busta paga è di indubbio rilievo se pensiamo che le informazioni contenute in essa permettono al lavoratore di verificare che i calcoli del suo stipendio siano fatti con correttezza. In ipotesi di imprecisioni o errori, sarà diritto del lavoratore chiedere la correzione e, se del caso, intraprendere la strada della vertenza sindacale.

Il punto però è un altro: potrebbe succedere che la busta paga sia manomessa per incrementare il proprio livello di credibilità economica, nel momento in cui il documento è presentato alla banca a cui il lavoratore fa richiesta di mutuo o di prestito.

Rilevanza della busta paga verso soggetti terzi e falsificazione del documento: come verificare l’autenticità del documento?

E’ sempre buona regola archiviare e conservare le buste paga insieme alla Certificazione Unica. E questo anche per un motivo di indubbio rilievo: la busta paga è il documento che gli istituti di credito e le finanziarie richiedono quando si domanda un mutuo o un finanziamento.

Insieme ai rapporti interni tra datore di lavoro e lavoratore, la busta paga ha infatti una rilevanza esterna. Questo perché banche, finanziarie, proprietari di case in affitto domandano di solito di esibire l’ultima busta paga, o le ultime buste paga, a chi chiede un finanziamento o di diventare inquilino. Questi soggetti lo fanno per verificare la solidità finanziaria della persona e per acquisire fiducia sulla sua effettiva capacità di saldare il debito. Di fatto la busta paga offre dunque prova della situazione lavorativa e reddituale di un privato cittadino.

La busta paga è però un comune file pdf e può essere agevolmente manomessa e falsificata, appunto per risultare finanziariamente più solidi ed affidabili della realtà effettiva. Chi avesse dubbi sull’autenticità della busta potrà però chiedere oltre al cedolino, anche l’estratto contributivo Inps. Ciò permetterà di scoprire se il soggetto è davvero dipendente dell’azienda indicata nella busta paga, e se dunque ha effettivamente un lavoro e i contributi in regola. Non solo. E’ possibile chiedere anche il dato dell’estratto conto del conto corrente bancario per controllare l’accredito dello stipendio ogni mese. Al contempo è altresì possibile fare i conti sulle tasse e i contributi indicati nel cedolino, onde scovare eventuali alterazioni o manomissioni.

Conclusioni

Come abbiamo visto nel corso di questo articolo, in ipotesi si abbiano dubbi sull’effettiva autenticità e corrispondenza al vero dei dati e delle informazioni di cui alla busta paga, l’interessato (banca o proprietario di abitazione ad es.) è comunque tutelato da alcuni diritti specifici.

Lo abbiamo visto: si può domandare l’estratto contributivo Inps, come anche la copia dell’estratto conto del c/c bancario. Anche possibile fare i conti delle tasse e dei contributi indicati in busta in modo da capire che siano quelli effettivamente dovuti. Queste operazioni permetteranno di individuare una eventuale busta paga falsa.

Rimarchiamo infine che, di per sé, la busta paga serve a trattenere dallo stipendio del lavoratore le tasse da pagare al Fisco ed i contributi da versare all’Inps, e il datore ha sempre l’obbligo di compiere i connessi pagamenti in nome e per conto del lavoratore. Insomma, la busta paga o cedolino paga serve a dettagliare al lavoratore quali sono le operazioni compiute sullo stipendio. Nel documento compaiono tutte le somme, sia in entrata che in uscita, erogate o trattenute al dipendente e i dati circa il rapporto di lavoro in essere. Va da sé che se il datore sarà tenuto a riportare i dati in modo corretto, il lavoratore a sua volta sarà tenuto a non alterarla o modificarla, perché la busta paga falsa è frutto di una condotta truffaldina per cui vi sono gli estremi dell‘illecito penale e delle correlate sanzioni.


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