Bonus riscaldamento e alternative all’acquisto del pellet: ecco come riscaldarsi

Le fasce più deboli dei cittadini hanno attraversato difficoltà notevoli a causa dell’aumento del costo della vita. Tra le maggiori esigenze quella di trovare un sostegno o un’alternativa economica al riscaldamento domestico.

Tra le maggiori necessità di questo inverno quella di sostituire il gas con fonti di riscaldamento alternative: la più gettonata è stata il pellet il cui prezzo è tuttavia cresciuto fino a quasi triplicare.

alternative al pellet
Economiablog

Esiste un modo per evitare i rincari sulle bollette energetiche? Agsm-Ai ha presentato il ‘Bonus Sostegno Teleriscaldamento’ destinato alle utenze domestiche intestate a Clienti con Isee fino a 18.000 euro.

Si tratta di una agevolazione concessa a chi è rimasto escluso dalle agevolazioni dell’ultima legge di Bilancio. Il Bonus Sociale luce e gas non comprende infatti il teleriscaldamento. Per questo motivo la società multiutility veronese ha deciso di stanziare un milione di euro per i clienti serviti.

Per gli aventi diritto il Bonus nel 2023 sarà pari a 300 euro. È accessibile presentando il Modello Isee 2022, relativo al reddito 2021 se già disponibile. L’iniziativa, annunciata dal presidente Federico Testa, si somma agli sforzi significativi per supportare le utenze domestiche Luce e Gas su libero mercato per clienti con Isee compreso tra 15.000 e 18.000 euro, con meno di 4 figli a carico e che non percepiscano reddito o pensione di cittadinanza.

Lo stanziamento complessivo di oltre 6 milioni di euro è tuttavia una goccia nell’oceano della platea che ha bisogno di risparmiare e cerca un sistema di riscaldamento alternativo. A questo proposito se è vero che nel 2022 la stufa alimentata con il pellet è diventata un lusso per pochi, ci sono alcuni che hanno escogitato un modo per riscaldarsi a costo zero.

Alternative al Pellet dalla resa eccellente utilizzando i fondi del caffè

Pochi sanno infatti che è possibile produrre un pellet dalla resa eccellente semplicemente utilizzando i fondi del caffè. Una alternativa sostenibile, ecologica ed economica in grado di sostituire per casi di emergenza il pellet. Per riscaldare una casa di 100 mq circa, una famiglia italiana arriva a spendere 2.145 euro all’anno contro i 780 euro medi dell’anno scorso.

In questo contesto i fondi di caffè sono in grado di costituire un’ottima materia prima d’emergenza. Diventano infatti un ottimo biocombustibile che consente di riscaldare le abitazioni, risparmiando in modo completo sui costi grazie al riciclo.

La prima iniziativa in questo senso in Italia è stata commercializzata da una azienda dell’Emilia-Romagna che utilizza gli scarti di questa bevanda per creare pellet destinato ad alimentare stufe e caldaie a biomassa. Il prodotto nasce dal desiderio di trovare una strada alternativa per questo tipo di rifiuto e valorizzare l’economia locale. Ogni anno in Italia infatti vengono tostati 240mln di kg di caffè, di cui circa il 75% è consumato sul nostro territorio e diviene scarto.

Ma come avviene la produzione? Tutto parte dall’essiccazione dei fondi di caffè raccolti che, successivamente, vengono uniti a legno di recupero; si passa quindi alla pressatura senza l’aggiunta di ulteriori sostanze ricavandone il pellet che viene insaccato per la vendita.


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