La mossa della SEC sui depositi in criptovalute premette un nuovo giro sulle montagne russe

Gli effetti sui mercati delle criptovalute non sono tardati a farsi sentire. Le decisioni della SEC, la commissione per la regolamentazione del mercato USA, hanno colpito molti intermediari come Coinbase, Binance e Crypto.com.

Si tratta del giro di vite sullo staking di criptovalute con restrizioni che possono estendersi a macchia d’olio.

Criptovalute SEC
Economiablog

Ci sono le premesse per una riduzione dei profitti sulle criptovalute? Sono molte oggi le società che basano i loro profitti sui depositi vincolati in criptovalute capaci di rendere disponibile un enorme liquidità in cambio di altissimi interessi.

Bitcoin e le altre criptovalute come Ethereum attendono non senza preoccupazione da parte degli investitori l’applicazione della SEC della normativa scaturita dalla contestazione del servizio su Kraken. L’exchange il 9 febbraio si è visto contestare inaspettatamente il programma con cui gli utenti potevano lasciare depositati sulla piattaforma le proprie criptovalute in cambio di interessi periodici.

I trader sono preoccupati che lo stesso possa accadere su Coinbase, innescando un ribasso generale delle quotazioni. Gli eventi di questa settimana hanno stabilito un pericoloso precedente dando adito a una correzione che riflette un cambiamento nella tendenza del comparto finanziario. L’inclusività fin ora mostrata nei confronti della tecnologia blockchain e delle criptovalute sembra essersi arrestata.

La competizione tra Bitcoin ed Ethereum può essere arrivata a un punto di svolta

Le criptovalute come Bitcoin ed Ethereum possono subire gli effetti della volatilità per un nuovo “giro sulle montagne russe” anche nel 2023. Mentre i venti contrari macroeconomici continueranno ad avere un impatto negativo sui mercati almeno fino al terzo trimestre dell’anno diversi analisti considerano incerto il futuro dei profitti per gli investitori al dettaglio.

Anche per questo Ethereum, ha visto la sua peggiore performance giornaliera dell’anno quando la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti ha impedito a Kraken, di offrire servizi di staking crittografico con un’ammissione di colpevolezza da parte dell’exchange.

Kraken ha accettato di pagare 30 milioni di dollari per risolvere la controversia con la SEC.

In particolare, la notizia ha spinto a ribasso i prezzi di molti token correlati al sistema proof-of-stake (PoS). Si tratta del protocollo delle blockchain che sostengono molte grandi criptovalute; esso si basa infatti sulla remunerazione di coloro che mantengono in portafoglio i token in cambio del potere decisionale sui cambiamenti della piattaforma.

Il 9 febbraio, il prezzo di ETH è crollato di quasi il 6,5% a circa 1.525, dollari registrando il più grande calo giornaliero dal 16 dicembre dello scorso anno. Questa settimana anche Bitcoin ha perso circa 8% arretrando dai massimi di periodo a circa 24.000 fino a 21.600 circa. La criptovaluta ha la possibilità di arginare le perdite avendo un protocollo non basato sullo staking.

L’interesse su Bitcoin passa anche attraverso PayPal

Nonostante la relativa crisi di Bitcoin avvenuta nell’ultimo anno le notizie degli invesitmenti celebri sulla criptovaluta non mancano. È stato rivelato di recente che anche il gigante globale dei pagamenti PayPal al 31 dicembre 2022 deteneva un totale di 604 milioni in criptovalute, tra cui Bitcoin ed Ether. PayPal ha debuttato con il suo servizio hold-and-sell per Bitcoin negli Stati Uniti nel novembre 2020.

Bitcoin ha oggi la quota maggiore nel portafoglio di PayPal, pari a 291 milioni di dollari mentre altri 250 milioni sono detenuti in ETH. I restanti 63 milioni includono criptovalute come Litecoin e Bitcoin Cash. La società ha fatto del suo meglio per portare tutte le possibili integrazioni tecnologiche relative alla blockchain nei suoi servizi. L’ammontare delle partecipazioni in criptovalute di PayPal rappresenta il 67% delle passività finanziarie totali della società. 


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