Statali, tra piccoli aumenti e maxi stipendi: chi potrà sorridere e chi no

La nuova Legge di Bilancio ha fatto davvero molto discutere e per gli statali ancora c’è molto da capire tra piccoli aumenti e max stipendi: ecco cosa c’è da sapere in merito

Vi sarebbe dunque qualche problematica a trovare una quadra per quanto concerne i lavoratori statali pare, infatti, che per il rinnovo del contratto vi siano stati diversi problemi: ma ecco cosa c’è da sapere in merito.

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Come forse è già noto, la normativa inerente agli statali è mutata diverse volte. Al momento non si conoscono le cifre e questo potrebbe significare che vi sono alcune complicazioni nel reperire le risorse necessarie per il nuovo contratto degli statali.

Si parla di una misura una tantum. Ciò significherebbe che per l’anno venturo, gli oneri per le cassa dello Stato per quanto concerne i CCNL dovrebbero vedere un aumento di una certa somma. Questo significa che la misura riguarderebbe soltanto il 2023.

In tal caso, vi sarebbe dunque una nuova rispetto al passato. Solitamente, l’esecutivo per il rinnovo dei contratti stanzia per i primi dodici mesi delle Legge di Bilancio un importo basso, poi questo viene aumentato dopo un anno. Poi, per i tre anni a venire, vi sono risorse maggiori. La firma del contratto, se avviene in ritardo, lo Stato risarcisce il soggetto interessato con gli arretrati.

Ora, però, l’iter sembrerebbe cambiato. La prima somma stanziata dovrebbe essere subito data agli statali. Vi sarebbe però una problematica e cioè che, solitamente, le somme risulterebbero piuttosto basse. Una delle possibilità, ma al momento non vi sono conferme, potrebbe essere di destinare ai dipendenti pubblici circa cinquecento milioni di euro. In questo caso, gli aumenti sarebbero dello 0.5 per cento.

Anche se potrebbe non essere una cifra congrua dato il tasso di inflazione. Potrebbe esservi un’altra problematica, secondo la normativa a valere sulla somma contrattuale vi sarebbero pagate anche alle Forze dell’ordine. In questo modo vi sarebbe un maggiore abbassamento dell’importo.

Dunque, si rischierebbe di vedere un aumento davvero molto piccolo. Di conseguenza, le buste paga per gli statali sarebbero maggiorati solamente di poco. Si consideri che, in media, un dipendente pubblico guadagna 1.400/1.500 euro ad ogni mensilità.

Statali e aumenti: le novità per i pensionati

Dato questo lungo periodo di caro vita e di aumenti, vi potrebbe essere la possibilità per coloro che hanno la Legge 104 di risparmiare sulle bollette: ecco cosa c’è da sapere e chi ne ha diritto.

Ritornando all’argomento cardine di questo articolo, oltre alle problematiche sugli aumenti riguardanti gli statali, molti nodi irrisolti riguardano anche i prepensionamenti. All’interno della bozza della Finanziaria, vi è la possibilità del pensionamento con quarantuno anni di contributi e sessantadue di età.

Quota 103 potrebbe non riguardare proprio da vicino gli statali anche perché questi devono attendere una finestra di 6 mesi per congedarsi dal proprio impiego.

Secondo alcune simulazioni dell’Esecutivo, Quota 103 consentirebbe a 48.000 soggetti interessati di accedere alla quiescenza durante il prossimo anno. Ma secondo quanto riportato dal sito online pamagazine.it che a sua volta cita il Tesoro, vi sarebbero solamente 14.000 statali che avrebbero accesso alla quiescenza con quarantuno anni di contributi.

I soggetti che potrebbero andare in pensione durante il 2023, ma decideranno di restare a lavoro, vi potrebbe essere la possibilità di avere mensilmente i contributi previdenziali. Di conseguenza, la mensilità potrebbe avere un incremento del trentatré per cento.

Vi potrebbe però essere un intoppo e cioè che la quiescenza potrebbe essere congelata. Questo vuol dire che la mensilità inerente alla pensione sarà il medesimo di quello che si sarebbe percepito quando si è presa la decisione di restare a lavoro.

La possibilità di scegliere, però, viene concessa solamente a poche persone dal momento che, i soggetti che hanno avuto accesso alla quiescenza poco prima, non potranno accedervi.

Vi sono dunque ancora diversi nodi da sciogliere riguardo la questione, ma non resta che attendere le future mosse del nuovo Governo.


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