Lavoro – il ritorno dei voucher: opportunità o fregatura per i lavoratori?

Per quanto riguarda l’argomento lavoro, il governo Meloni ha stabilito il ritorno dei voucher. Scopriamone i dettagli.

Il governo Meloni ha introdotto nuovamente i voucher come strumento per pagare le prestazioni dei lavoratori senza contratto.In seguito ad un dibattito politico, si è deciso di introdurre nuovamente i voucher: i cosiddetti buoni lavoro, che erano stati eliminati nel 2017 dal governo Gentiloni.

Lavoro - il ritorno dei voucher
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Tali buoni hanno fatto la loro comparsa per la prima volta nel lontano 2003 con la cosiddetta legge Biagi, per poi diventare operativi solo 5 anni più tardi.

Essi rappresentano un’alternativa al pagamento di una prestazione occasionale accessoria o di prestazioni saltuarie. In sostanza, tramite l’utilizzo dei suddetti buoni, è possibile regolarizzare le prestazioni di lavoro che non prevedono la stipulazione di un contratto.

Quale sarà il valore nominale dei voucher 2023? Da quando sarà possibile utilizzare questa forma di pagamento? In favore di quale categoria di lavoratori è possibile accedere ai voucher?

Lavoro – il ritorno dei voucher: caratteristiche dei buoni

Il voucher, come strumento alternativo di retribuzione di un rapporto di lavoro occasionale, è stato introdotto per la prima volta nel 2003, ma è diventato operativo solo nel 2008.

Tuttavia, nel 2017, il governo Gentiloni ha deciso di eliminare i suddetti buoni. Ma, a quanto pare, attuale esecutivo ha intenzione di reintrodurli nuovamente a partire dal 1° gennaio 2023.

Sarà possibile utilizzare i voucher per pagare le prestazioni di lavoro occasionali nei seguenti settori:

  • Agricoltura
  • Comparto Horeca
  • Cura della persona
  • Lavori domestici.

Il valore nominale dei nuovi voucher sarà pari a €10 lordi e rappresenterà una paga oraria. Di questi €10, 7,50 euro rappresentano il compenso netto del lavoratore.

Per poter accedere ai buoni in questione, è necessario rispettare un tetto di reddito annuo che non deve superare i €10.000.

Lo scopo dei voucher è quello di regolarizzare i rapporti di lavoro occasionali, che si svolgono al di fuori di un contratto di lavoro.

In questo modo, si intende combattere il lavoro in nero, offrendo ai datori di lavoro la possibilità di essere in regola.

Di fatto, il voucher vale €10, di cui €1,50 rappresenta la quota contributiva e assicurativa che regolarizzano, a tutti gli effetti, il rapporto di lavoro.

Differenze con i vecchi voucher

Dunque, a partire dal prossimo anno sarà possibile utilizzare i voucher come strumento di pagamento delle prestazioni occasionali di lavoro. Così facendo, il governo intende contrastare il lavoro in nero e permettere di regolarizzare, in maniera semplice, le prestazioni di lavoro sporadiche.

Lo strumento del voucher era stato abolito nel 2017. Il nuovo buono, rispetto a quello eliminato dal governo Gentiloni, conserva lo stesso valore nominale, nonostante l’aumento del costo della vita e del tasso d’inflazione.

Tuttavia, l’esecutivo di centro-destra, attualmente al Governo, ha apportato una modifica che riguarda il tetto massimo di reddito.

Lo strumento abolito nel 2017, infatti, prevedeva un tetto di €5000 l’anno. Mentre, il voucher che sarà accessibile dal prossimo 1 gennaio disporrà di un tetto reddituale doppio.

Il reddito massimo è indipendente dal numero di committenti presso i quali il lavoratore presta la propria opera.

Ad ogni modo, in base ai dossier dell’INPS, nel periodo in cui la misura è stata in vigore, ovvero da 2008 a 2017, sono stati registrati i numeri record. Di fatto nel giro di poco più di 100 mesi furono venduti 433 milioni di buoni lavoro.

Dopotutto, i voucher sono esentasse e, in quel periodo, il buono non prevedeva alcun tetto a carico del datore di lavoro.

In base alle denunce di CGIL, CISL e UIL emerse che, in molti casi, gli assegni rafforzavano le forme di lavoro precario e contribuivano all’impoverimento dei lavoratori.


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