Se la commissione medica Inps ti nega la legge 104, puoi opporti: ecco come fare per tutelare i tuoi diritti

Come impugnare la decisione della commissione medica Inps che nega la legge 104 e lo status di portatore di handicap? Una sintetica panoramica degli step da rispettare per contestare il verbale negativo, i documenti da utilizzare per sostenere il ricorso e alcuni chiarimenti utili laddove il cd. Ctu non riconosce l’invalidità. I dettagli.

Nel caso in cui l’Inps neghi lo stato di portatore di handicap e dunque di disabilità, o ritenga la disabilità non grave, all’interessato è consentito fare ricorso contro la decisione dell’istituto di previdenza. Ciò gli permetterà di provare ad ottenere la tutela della legge 104.

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In altre parole, onde potersi avvalere di quella rete di strumenti, benefici ed agevolazioni economiche e non, di cui si trova traccia nella nota legge di tutela della disabilità, è necessario rispettare la condizione dell’attribuzione dello status di disabile da parte della commissione medica dell’Inps. Laddove quest’ultima non riconosca l’invalidità l’interessato potrà comunque impugnare il verbale di diniego rivolgendosi al giudice.

Di seguito vogliamo focalizzarci proprio su questo: come fare ricorso all’Inps per avvalersi della legge 104? Quali passaggi occorre rispettare? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.

Legge 104 e mancato riconoscimento dell’handicap: tempistiche per fare ricorso

Rimarchiamo subito un punto molto importante: se la commissione medica Inps – alle luce degli accertamenti effettuati – ha ritenuto non sussistente lo status di portatore di handicap, la persona avrà 6 mesi di tempo per contestare il verbale negativo nel tribunale competente, ovvero quello della località nella quale l’interessato a fare ricorso ha la sua residenza.

Attenzione anche a quanto segue, poiché il ricorso potrà essere fatto:

  • sia laddove la commissione medica non abbia per nulla riconosciuto la disabilità;
  • sia nel caso in cui detta disabilità sia stata riconosciuta ma senza il connotato di gravità.

In base alle norme della legge 104, proprio l’essere disabile grave permette di accedere alla maggioranza dei benefici e agevolazioni previste. Inoltre l’handicap grave ricorre in ipotesi di minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, sia in situazioni stabilizzate che progressive, le quali costituiscano causa di difficoltà di apprendimento e di integrazione sociale.

Mancato riconoscimento della disabilità legge 104: chiarimenti sulle modalità per fare ricorso contro la decisione Inps

Al fine di impugnare efficacemente la decisione della commissione medica Inps, che ha negato il riconoscimento della disabilità o della disabilità grave, l’interessato dovrà rivolgersi ad uno studio legale, e servirsi dunque dell’assistenza di un avvocato.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, in questi casi non basta infatti il supporto del patronato, il quale è un ufficio che è abilitato a gestire la mera parte amministrativa, vale a dire tutti quegli aspetti relativi all’iter che ha portato alla visita medica in commissione. Ci sarà da pagare un contributo unificato oltre ai costi della parcella del professionista, ma la legge fissa agevolazioni legate alla soglia di reddito.

La nuova visita medica presso il CTU e l’accertamento medico preventivo

Tecnicamente il ricorso giudiziario legge 104 contro l’Inps prende il nome di “Accertamento tecnico preventivo” (Atp), poiché è mirato a nominare direttamente da parte del magistrato un medico legale, ovvero una figura con adeguate competenze e idoneo a visitare una seconda volta l’interessato.

Ciò permetterà di controllare l’effettiva correttezza del precedente giudizio della commissione medica Inps Questa è la fase della cosiddetta CTU, vale a dire la sigla che sta per ‘consulenza tecnica d’ufficio’.

Sarà compito del magistrato competente nominare un il CTU, scegliendo tra quelli iscritti all’albo dei medici legali, richiedendogli poi l’esecuzione di una perizia medica sul ricorrente. Sarà di seguito compito dell’interessato andare a svolgere la visita CTU nella data indicata dallo stesso medico legale.

L’esito della CTU potrà essere:

  • positivo per l’interessato, che però sarà tenuto ad aspettare che il magistrato omologhi le risultanze, e dunque confermi – con un suo provvedimento – che il ricorrente è davvero portatore d’handicap legge 104;
  • negativo, con la conseguenza che il legale della persona visitata avrà 30 giorni di tempo per fare opposizione, depositando in cancelleria un formale atto tramite cui dichiara di opporsi alla CTU del medico legale.

La seconda causa contro l’Inps: il cd. giudizio di merito

Seguirà un secondo giudizio in tribunale, che prende il nome di ‘giudizio di merito‘. In estrema sintesi, detta nuova causa avrà ad oggetto non il verbale negativo della commissione medica Inps ma piuttosto il parere medico legale del CTU nominato dal giudice nella prima causa.

Tre i possibili esiti della nuova controversia in tema di legge 104 in quanto il giudice può disporre:

  • il rigetto del nuovo ricorso, ritenendo che la consulenza tecnica d’ufficio sia esaustiva e non ci siano motivi per correggerla;
  • l’accoglimento del ricorso in ragione degli elementi indicati dal legale (CTU erronea);
  • nomina di un diverso CTU o richiesta al medico legale di rivalutazione della precedente perizia in considerazione della nuova documentazione prodotta dall’avvocato.

Il giudizio si concluderà comunque con la sentenza del magistrato, provvedimento con cui è di fatto riconosciuto o negato lo status di portatore di disabilità o disabilità grave. Infine, anche se il secondo giudizio di merito si conclude negativamente, non bisogna dimenticare che per l’interessato sarà comunque possibile fare nuovamente domanda all’Inps per una nuova convocazione presso la commissione medica. La legge infatti non glielo vieta.


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