L’aumento pensioni minime è atteso nel cedolino di maggio 2023, arretrati inclusi. La novità dopo più di 4 mesi di ritardo rispetto all’entrata in vigore della legge di Bilancio 2023. Grazie a ciò è ora possibile applicare integralmente le novità della manovra in tema di rivalutazione pensionistica. I dettagli.
Le pensioni del mese prossimo promettono di essere un po’ più sostanziose grazie all’annunciato bonus aumenti. Proprio così, coloro che hanno raggiunto l’età pensionabile e sono oggi titolari di un trattamento previdenziale debbono ricordare che, con il cedolino pensione di maggio, è previsto l’incremento delle pensioni minime. In particolare è all’orizzonte una sorta di doppio bonus per chi ha compiuto almeno 75 anni di età.
Recentemente Inps ha annunciato il completamento delle operazioni di rivalutazione dei trattamenti minimi, rinviando però ad un posteriore provvedimento la data effettiva di messa in pagamento della pensione incrementata. Ecco perché la imminente pubblicazione del cedolino pensione consentirà di verificare l’atteso ricalcolo dell’assegno, assieme agli arretrati relativi ai primi quattro mesi dell’anno. In ogni caso, sull’ufficialità dell’aggiornamento ormai non vi sono più dubbi.
Di ciò parleremo di seguito e nel corso di questo articolo: ecco le informazioni da sapere su importi e date di pagamento.
Aumento pensioni maggio 2023: chi sono i beneficiari della novità in arrivo?
Come tutti i pensionati già sapranno, il cedolino della pensione è quel documento che permette ai titolari di trattamento previdenziale di controllare l’ammontare erogato mensilmente dall’ente. Il cedolino della pensione, accessibile tramite servizio web ad hoc, permette altresì di conoscere le ragioni per cui detto importo può variare nel corso del tempo.
Ebbene non manca molto a maggio e, come accennato in apertura, insieme al cedolino pensione del mese per alcuni titolari della prestazione il pagamento della mensilità dovrebbe includere una novità che non potrà che far piacere.
Infatti arriva l’atteso incremento pensioni:
- per chi ha più di 75 anni,
- e al contempo incassa una pensione minima, portata a 600 euro dall’ultima manovra e finalmente adeguata dall’istituto di previdenza, dopo il mancato aggiornamento di aprile.
Siamo ancora ben lontani dalla promessa elettorale della pensione minima pari a 1.000 euro ma si tratta comunque di un piccolo passo avanti, a favore di quei titolari di pensione che più di altri debbono sopportare il peso dell’aumento dell’inflazione e del carovita.
Aumenti pensioni maggio: le cifre chiave
Come abbiamo accennato in apertura, l’ufficializzazione degli aumenti delle pensioni minime è ormai cosa certa, se pensiamo che proprio nei giorni scorsi l’istituto di previdenza aveva annunciato l’ultimazione delle operazioni di rivalutazione dei trattamenti minimi, rinviando però ad un successivo provvedimento ad hoc la data effettiva di messa in pagamento delle pensioni ritoccate verso l’alto.
Conferma definitiva vi sarà, come al solito, con la pubblicazione del cedolino pensione, in cui il beneficiario dell’annunciato incremento potrà verificare l’effettivo ricalcolo dell’assegno, con gli arretrati relativi ai primi 4 mesi dell’anno.
Ma quali sono i numeri degli aumenti delle pensioni a maggio? Ebbene, ricordiamo che l’ultima legge di Bilancio ha fissato un bonus temporaneo rivolto alle pensioni minime Inps: +1,5% per l’anno in corso – che diventa +6,4% con almeno 75 di età – e +2,7% per l’anno 2024. Da notare anche che il citato incremento sarà revocato alla fine di ogni anno e va letto come misura straordinaria contro inflazione e carovita.
Ebbene, se è vero che l’assegno minimo è già aumentato a 563,74 euro da gennaio scorso (come è noto, si tratta di importo rivalutato al 7,3%), è altrettanto vero che grazie al citato bonus rivalutazione, l’importo sale ancora a 572,20 euro per chi ha meno di 75 anni e a 599,82 euro per chi oltrepassa questa soglia anagrafica.
Ulteriori chiarimenti sugli aumenti pensioni minime maggio in arrivo
Per quanto riguarda tutti gli altri pensionati, questi hanno già ‘incassato’ la perequazione del 7,3% – correlata anch’essa all’inflazione – tra gennaio e aprile 2023, mentre è vero che l’aumento ulteriore delle pensioni minime ha patito un ritardo “tecnico” di 4 mesi.
Il motivo è presto spiegato: l’istituto di previdenza ha infatti dovuto aggiornare i suoi sistemi, un’operazione complessa, non rapida ma obbligatoria al fine di adeguarsi al nuovo meccanismo di cui all’ultima manovra di Bilancio, che ha sostituito le anteriori tre fasce di perequazione con le attuali sei fasce di reddito.
Concludendo, ribadiamo che all’interno del cedolino pensioni di maggio dovrebbe pertanto essere riconosciuta la rivalutazione dei trattamenti minimi a circa 600 euro per chi ha 75 anni o più, con gli arretrati legati ai primi 4 mesi dell’anno.