Superbonus, il 110% c’è ancora: tre mesi in più a questi immobili

Il Governo lavora a una proroga del Superbonus con detrazione massima per le unità abitative unifamiliari. Ecco cosa aspettarsi.

Altro ritocco in vista per il Superbonus. E, peraltro, nella sua versione in orma piena. Un emendamento al decreto Cessione (il Dl 11/2023) potrebbe infatti concedere più tempo per l’adesione all’agevolazione massima anche per le unità unifamiliari.

Superbonus per villette
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Per ora, la novità alla quale sta lavorando fratelli d’Italia (e nello specifico il relatore del decreto, Andrea De Bertoldi) riguarda l’estensione temporale della misura di detrazione fiscale. Al momento, la deadline è issata al 31 marzo. Un’eventuale approvazione last minute dell’emendamento potrebbe allungare i tempi per ulteriori tre mesi, a patto di rispettare determinate condizioni essenziali. In primis, l’adempimento dei lavori perlomeno al 30% alla data del 30 settembre 2022. Ossia, il requisito base valido in qui per l’ottenimento della detrazione totale. Al momento, non sembrano esserci grossi ostacoli alla messa a punto della deroga. Se tutto dovesse andare come previsto, il nuovo termine sarebbe differito al prossimo 30 giugno. Non quanto sperato ma comunque un nuovo orizzonte da tenere in considerazione per sperare di rientrare nell’agevolazione del Superbonus al massimo delle sue potenzialità.

Come detto, il riferimento è al momento ai titolari delle abitazioni unifamiliari, le cosiddette villette. Qualora i lavori fossero stati completati nella percentuale richiesta ed entro la data limite, potrebbe quindi essere ancora loro diritto completare i propri bonifici parlanti e procedere alla detrazione pari al 110%. Ricordiamo che l’agevolazione in orma piena del Superbonus sarà valida solo per i lavori già avviati negli anni precedenti e già a buon punto con la loro realizzazione. Nel 2023, infatti, il bonus ha isto scendere la propria detrazione al 90% e scenderà ancora nei prossimi anni.

Superbonus, più tempo per le villette? I (possibili) vantaggi

L’obiettivo principale, isto anche il momento estremamente delicato per le procedure di cessione del credito, è garantire la possibilità di completamento dei lavori anche a quei cantieri che hanno inevitabilmente subito dei rallentamenti a causa del blocco del mese scorso. Nondimeno, i lavori già avviati e frenati dalla difficoltà del reperimento dei materiali e dei tempi necessari a ottemperare tutti i passaggi procedurali, avranno la possibilità di arrivare a dama, mantenendo inalterato il diritto alla detrazione massima del 110%. Inoltre, sarebbe mantenuta anche l’opportunità di operare sia le procedure di sconto in fattura che di cessione del credito, in quanto non si tratterebbe di opere incluse nel blocco del 16 febbraio scorso (in quanto già complete per il 30% al 30 settembre 2022). Su questo tema, tuttavia, i attori in gioco sono diversi. Potrebbe rendersi infatti necessaria la coincidenza, al 31 marzo, tra opere in corso e Sal, garantendo il completamento delle operazioni entro la ine del mese. In alternativa, si ragiona sul (più improbabile) rilascio delle fatture scontate, per poi procedere all’inizio dei lavori.

A ogni modo, uno spiraglio è lasciato anche per coloro che non rispetteranno i margini di scadenza. Costoro, infatti, potranno sempre accedere ai bonus paralleli preisti per gli interventi edilizi e di aggiornamento energetico. Si pensi, ad esempio, all’ecobonus al 50-65%, oppure al sismabonus, con detrazioni ino all’80%. Anche perché, sul Superbonus continuano ad aleggiare i dubbi della maggioranza. Restano incagliati i 19 miliardi di crediti renati dal blocco di febbraio, per i quali si cerca tuttora un accordo in grado di risolvere il problema e determinare il futuro dei cantieri già avviati. La premier, Giorgia Meloni, è tornata a sottolineare il buco da 40 miliardi causato dai deficit del provvedimento primigenio del Superbonus, pari a circa 2 mila euro a persona. Una replica a chi tacciata il Governo di una politica di austerità. Ma che, alla lunga, rischia di lasciare i crediti nel pantano. A meno di accordi last-minute.


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