Superbonus e agevolazioni fiscali nel caos: la Banca d’Italia chiede la revisione di tutti i bonus fiscali

Gli oneri del Superbonus per il bilancio pubblico sono oggettivamente ingenti e sono cresciuti nell’ultimo biennio, riflettendo la forte accelerazione nel ricorso all’incentivo per i lavori nelle abitazioni e caseggiati. Ora si aggiungono le forti critiche della Banca d’Italia, che chiede una complessiva revisione di tutti i bonus fiscali.

Recentemente è stato varato il decreto che modifica la disciplina dei bonus edilizi, bloccando gli sconti in fattura e la cessione del credito d’imposta, a parte il caso degli interventi per cui siano già presentati i titoli edilizi abitativi.

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Il provvedimento altresì include altresì una regola di rilievo sulla responsabilità solidale dei cessionari dei crediti ceduti. Infatti l’onere della prova della sussistenza dell’elemento soggettivo del dolo o della colpa grave del cessionario si riversa oggi sull’ente impositore, allo scopo della contestazione del concorso del cessionario nella violazione delle norme fiscali e dell’individuazione della sua responsabilità solidale.

La novità legislativa esclude peraltro il dolo e la colpa grave con riferimento ai cessionari dei crediti ceduti, nel caso in cui siano in possesso della documentazione avente ad oggetto le opere che hanno originato il credito d’imposta. Si tratta certamente di novità significative, ma basta davvero questo a riportare il sereno in tema di Superbonus? Ebbene la risposta è un no e lo testimoniano anche le dichiarazioni di Bankitalia in una recente audizione al Senato. Vediamo più da vicino.

Superbonus e agevolazioni fiscali: riordino prioritario secondo la Banca d’Italia

Il Superbonus altro non è che la punta dell’iceberg di tutto il sistema delle agevolazioni fiscali, ovvero meccanismi che secondo Bankitalia vanno riveduti e corretti, tenuto conto dell’effettività sostenibilità futura per le finanze dello Stato. Insomma, se è vero che la maxi agevolazione dell’edilizia va ritoccata, è altrettanto vero che debbono essere razionalizzate tutte le distinte misure vigenti, per salvaguardare le politiche di bilancio.

È noto che il meccanismo in oggetto ha manifestato finora varie ambiguità e ‘zone grigie’ tra le sue regole, che hanno reso possibili numerose truffe e irregolarità plurime. Non a caso, molti osservatori ed esperti di fisco hanno rilevato più volte che le norme sul Superbonus, in origine, avrebbero potuto essere scritte meglio, sia per prevenire difficoltà interpretative ed equivoci, sia per non dare appigli ai ‘furbetti’ per aggirare le regole in gioco.

D’altro lato, è vero che finora il Superbonus ha avuto un impatto assai notevole sul settore delle costruzioni, se pensiamo al fatto secondo cui circa la metà degli investimenti che hanno beneficiato del Superbonus non si sarebbero avuti in mancanza dell’incentivo dell’edilizia. Ma le critiche, come noto, non mancano ed ora si aggiungono anche quelle di Bankitalia, emerse nell’ambito di un’audizione al Senato.

Superbonus, non solo traino del Pil ma anche oneri crescenti per lo Stato

In verità, non c’erano ormai particolari dubbi a riguardo: la Banca d’Italia ha rimarcato che il costo per la collettività è insostenibile e che il Superbonus non poteva essere lasciato invariato. Se da un lato gli effetti di crescita ci sono stati, dall’altro si sono palesati nel tempo costi nettamente superiori rispetto al beneficio in termini di Pil.

In particolare, il punto di vista di Bankitalia è emerso nell’ambito dell’audizione in Commissione Finanze del Senato sugli strumenti di incentivazione fiscale, e ci riferiamo a tutta la gamma di bonus fiscali che lo Stato prevede a favore di imprese e famiglie.

Il costo del Superbonus per l’Erario è notevolissimo perché – considerate le imposte e i contributi sociali versati a fronte dell’incremento dell’attività del settore – gli oneri del meccanismo del Superbonus, per il bilancio pubblico, permangono comunque consistenti ed anzi crescenti nel tempo.

Bankitalia ha evidenziato infatti che gli oneri della maxi agevolazione hanno avuto un profilo crescente nel biennio, come conseguenza della forte accelerazione nel ricorso al meccanismo per incentivare l’ammodernamento e messa in sicurezza degli immobili, per favorire il lavoro del settore edile. Insomma, in concreto nessun saldo positivo per le casse del ministero dell’Economia, ma anzi esborsi sproporzionati rispetto ai benefici.

Debito pubblico e Superbonus: un’accoppiata pericolosa per i conti dello Stato

Detto onere va a sommarsi al ben noto problema dell’altissimo debito pubblico italiano, che rappresenta tuttora un macigno sullo sviluppo e la crescita del paese. Nell’ambito dell’audizione al Senato, Bankitalia ha avuto modo di ricordare anche che il livello del debito è elevato sia in prospettiva storica sia nel confronto internazionale – e questo nonostante che il rapporto con il Pil nell’ultimo biennio sia un po’ più favorevole degli anni precedenti.

Insomma il Superbonus fa aumentare ancora il debito pubblico: anche questo è un dettaglio nient’affatto irrilevante e che dovrebbe, invece, stimolare la revisione integrale degli strumenti di incentivazione fiscale.

Secondo Bankitalia, dunque, il Superbonus non può più consentire grossi esborsi e, da ora in poi, gli impegni di bilancio finanziati a debito debbono essere considerati con estrema oculatezza. Le prospettive indicano un aumento della spesa sociale, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e di un ritmo moderato della crescita economica. Si tratta di elementi che impongono di ripensare totalmente Superbonus e bonus fiscali verso cittadini, famiglie ed imprese.

Il punto debole del Superbonus secondo la Banca d’Italia

Nell’ambito della recente audizione al Senato, Bankitalia ha sottolineato poi quella che sarebbe la criticità maggiore del Superbonus, ovvero l’automatico riconoscimento degli incentivi che, in mancanza di ogni forma di controllo preventivo, porta con sé il pericolo che le agevolazioni fiscali e i relativi meccanismi di accesso siano usati in maniera impropria (ad es. senza i relativi presupposti e condizioni) se non addirittura con atti integranti la vera e propria truffa.

Bankitalia indica allora l’orientamento che andrebbe seguito per i futuri interventi ed agevolazioni. Si tratterebbe di introdurre un potenziamento dei controlli nella fase iniziale, sia pure a scapito di un riconoscimento meno immediato delle agevolazioni in capo ai beneficiari (famiglie ed imprese). Questo però andrebbe inquadrato nel contesto di un riordino complessivo delle misure odierne e di nuove misure agevolative, in particolare con riferimento a quelle di entità più significativa per le casse dello Stato. In buona sostanza, servirebbe una serie di presìdi a monte, i quali oltre a favorire comportamenti conformi alla legge, contribuirebbero ad evitare onerose attività di controllo ex post, che peraltro portano molta incertezza per gli operatori.

Concludendo, le ultime novità sul Superbonus, con il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura non possono che essere interpretate, secondo Bankitalia, come i primi passi verso un effettivo intervento di riorganizzazione che riconsegni coerenza e razionalità al sistema dei bonus fiscali. Detto intervento appare oggi non più rinviabile, visti i costi per le finanze pubbliche e i rischi di frodi ed irregolarità.


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