Aumenti pensione 2023 per rivalutazione: l’importo e come funziona, le ultime novità

Per tutti i pensionati il mese di marzo 2023 rappresenta un’occasione per ricevere quanto decurtato dall’aumento del costo della vita. 

Nel mese di marzo l’INPS rende nota la rivalutazione atta a reintegrare l’inflazione acquisita in percentuale in base all’assegno mensile.

pensione
Economiablog

La rivalutazione delle pensioni è stata attesa come non mai nel 2022. È forse l’unica categoria di cittadini che hanno potuto riavere indietro in modo sicuro quanto speso durante l’anno a causa del caro vita.

La parte di inflazione vicina al 10% sarà così reintegrata negli assegni pensionistici tramite lo strumento della perequazione. Si tratta di una modalità prevista dalla legge per tutelare i pensionati. Per capirci si tratta di una cifra che, per chi riceve una pensione da mille euro lordi mensili arriva a 52 euro in più al mese.

Essi sono infatti impossibilitati a fare fronte, con altri mezzi, come sindacati o cambio di lavoro, alla riduzione in termini di potere d’acquisto degli assegni previdenziali. Si tratta a oggi di una delle poche garanzie su cui è possibile contare in tema di pensione, troppo spesso messe in discussione per modalità di accesso e importi.

Rivalutazione e arretrati per la pensione

Mentre l’Inps rende noto che sarà erogata la rivalutazione e gli arretrati per le pensioni superiori a 2.101,52 euro ovvero quattro volte il minimo, il cantiere previdenziale in Italia è sempre aperto.

Tra le ultime novità, spunta un emendamento per allungare, su base volontaria, l’età per la pensione degli statali. Si tratta di una modifica che riguarda i dipendenti pubblici che hanno raggiunto i 67 anni di età, ma a cui mancano ancora 36 anni di contributi.

Questa categoria di dipendenti pubblici può richiedere così che la permanenza in servizio prosegua fino al raggiungimento del tempo necessario a completare gli anni di contributi minimi fino al settantesimo anno di età. Si tratta quindi di una proposta che posticipa una parte delle nuove pensioni al fine di agevolare il lavoratore sotto il futuro profilo reddituale.

Entrando nello specifico, quando avviene e a quanto ammonta la rivalutazione?

  • Al 100% del tasso di rivalutazione per assegni previdenziali inferiori a quattro volte il trattamento minimo;
  • al 90% del tasso di rivalutazione per assegni previdenziali compresi tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo;
  • al 75% del tasso di rivalutazione per assegni previdenziali che superano le cinque volte il trattamento minimo;

Per evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, Fratelli d’Italia cerca di liberare risorse per investire sul mercato dei lavoratori attivi; lo fa agevolando le imprese che vogliono assumere. L’obbiettivo è incentivare inoltre la previdenza complementare; secondo il ministro a questo “va dato certamente un nuovo impulso per permettere ai più giovani di costruirsi un futuro pensionistico solido”. Sulla previdenza aggiunge che; “Il limite per il pensionamento anticipato a quota 41 è una questione dibattuta nel confronto con le parti sociali per la quale si faranno tutte le verifiche di sostenibilità necessarie”.

Le pensioni hanno tuttavia bisogno di una base di lavoratori in grado di pagare con continuità i contribuiti che ne sostengono le basi economiche. La criticità nella risposta al mercato del lavoro, si risolve con riforme quanto più possibili strutturali.

Con il decreto Lavoro, che dovrebbe essere presentato nelle prossime settimane, la ministra Calderone libererà le risorse di circa 600 mila disoccupati che perderanno il sussidio ottenuto con il Reddito di Cittadinanza. I lavoratori occupabili sono stati messi da parte, se ne riparlerà con nuovi strumenti più adeguati a gennaio 2024. A fronte di 11 mila assunzioni previste per i centri per l’impiego, a ottobre 2022 ne erano state fatte poco più di 4 mila. Le procedure sono ancora in corso.


    Impostazioni privacy