Benvenuta Quota 103: ma quanto ci costi? I conti parlano chiaro

Con la consegna della manovra di bilancio al Consiglio dei Ministri possiamo affermare: benvenuta Quota 103. Scopriamone i dettagli.

Già nelle scorse settimane si è parlato più volte della possibilità che, in vista del 2023, i lavoratori in odore di pensione potessero accedere ad una misura anticipata, che seguisse il meccanismo delle quote. E così è stato. Ora ne abbiamo la conferma.

benvenuta Quota 103.
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Il prossimo anno i lavoratori prossimi al pensionamento avranno la possibilità di dribblare la riforma Fornero, accedendo a Quota 103. Si tratta di una misura di pensionamento anticipato che permette di ritirarsi dal lavoro a 62 anni di età e con 41 anni di versamenti contributivi.

Sebbene questa misura, e tutte le altre riforme inserite in Legge di bilancio, non siano ancora state approvate, proviamo a capire quali sono i dettagli di Quota 103.

Benvenuta Quota 103: ecco di cosa si tratta

Il testo del decreto legge che porterà all’approvazione della Legge di bilancio 2023 contiene diverse riforme, tra cui una che riguarda le pensioni. Ci stiamo riferendo a Quota 103 e la proroga di Opzione donna e Ape sociale. In questo modo, il prossimo anno, i lavoratori avranno la possibilità di accedere alla pensione, sfruttando una delle tre misure anticipate sopracitate.

Grazie a quest’opportunità si permetterà a milioni di italiani di evitare la misura di pensionamento ordinario, che prevede 67 anni di età anagrafica e almeno 20 anni di versamenti contributi.

Di fatto, grazie a quota 43, il lavoratore prossimo al pensionamento può anticipare l’uscita dal lavoro di ben 5 anni. Tuttavia, per poter beneficiare di questa possibilità è necessario aver maturato 41 anni di versamenti contributivi.

Manovra e pensioni 2023

Le risorse stanziate per attuare le riforme inserite in legge di bilancio sono circa 35 miliardi di euro. Come già annunciato dall’esecutivo, due terzi delle risorse economiche saranno destinate ad offrire un sostegno contro il caro energia, sia ai nuclei familiari che alle imprese.

Tuttavia, il Governo ha trovato il modo di inserire nella manovra anche una misura di pensionamento anticipato, non che la proroga di due formule già attive.

Ad ogni modo, le risorse economiche serviranno anche per effettuare la perequazione degli assegni di pensione. Ci stiamo riferendo al meccanismo che prevede di adeguare il valore degli assegni in base al costo della vita.

Considerando che il 2022 è stato caratterizzato da una forte crisi economica e dall’impennata del tasso di inflazione, in vista di gennaio 2023 ci si aspetta una rivalutazione degli assegni di tutto rispetto. Non a caso, una parte della rivalutazione è avvenuta già a novembre 2022, erogando, ad alcune categorie di pensionati, un anticipo della perequazione di gennaio.

Ad ogni modo, le risorse economiche necessarie per attuare le disposizioni in materia pensionistica, contenute all’interno della manovra di bilancio, saranno circa 1,5 miliardi di euro.

Quest’opzione si verificherà se si riuscirà ad effettuare il recupero dell’inflazione dal 75% al 50%, per le pensioni superiori 5 volte il minimo.

Tuttavia, c’è chi ipotizza che le risorse possono superare anche i 3 miliardi di euro, nel caso in cui avvenisse il taglio del 50% anche delle perequazioni delle pensioni, tra le 4 e le 5 volte il minimo.


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