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Pensioni

Pensione anticipata: sono 3 le possibilità che permettono di uscire dal lavoro con il 74% di invalidità, da subito

Opzione donna, Ape sociale e Quota 41 precoci. Ecco come fare per andare in pensione in anticipo senza l’invalidità del 100%.

Le agevolazioni in tema di pensioni, per uscire prima dal mondo del lavoro, non mancano. Di seguito vogliamo affrontare in particolare il tema delle pensioni anticipate per lavoratori con invalidità, perché esistono non una ma tre distinte vie di uscita dai 56 ai 63 anni – e senza l’invalidità al 100%.

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In linea generale, ricordiamo che la legge Fornero ha modificato drasticamente le vie d’accesso alla pensione, perché ha portato l’età per la quella di vecchiaia a 67 anni e l’anticipata (anzianità) a 42 anni e 10 mesi di contributi regolarmente versati per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne.

Ebbene, esistono anche misure pensionistiche agevolate, come età di uscita, proprio perché i potenziali beneficiari sono invalidi. Vediamole di seguito in sintesi.

Pensioni anticipate invalidi: il meccanismo dell’Ape sociale

C’è una falsa credenza che va superata una volta per tutte: non pochi ritengono che per sfruttare delle misure di pensionamento anticipato per invalidità, sia obbligatorio avere gradi di invalidità alti o molto alti. Ebbene, non è così. Piuttosto è corretto affermare che sussistono delle misure di vantaggio per alcuni lavoratori, e senza per forza giungere al 100% di invalidità.

In altre parole, il lavoratore invalido può tirare un sospiro di sollievo perché non è per forza necessaria un’invalidità al 100% per uscire attraverso pensioni agevolate. Pertanto, per fare un esempio pratico, anche chi ha da poco compiuto i 60 di età e ha una percentuale di disabilità acclarata dagli esperti ASL pari al 74%, può ambire ad uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.

Non dobbiamo dimenticare – innanzitutto – la prima misura degna di nota quando si parla di invalidità e quiescenza anticipata, vale a dire la pensione prevista per l’Ape sociale. Essa prevede requisiti tutto sommato ‘elastici’ per il pensionamento. Infatti con l’Ape sociale:

  • un invalido al 74% può avvalersi di una pensione agevolata già dai 63 anni di età anagrafica,
  • ma occorre altresì aver versato 30 anni di contributi in modo regolare.

Pensioni anticipate invalidi: Quota 41 precoci

Abbiamo detto che il grado di invalidità pari al 74% è di riferimento, e lo è anche per poter accedere alla pensione con la Quota 41 precoci. In particolare si tratta dell’unica Quota 41 esistente attualmente nel nostro sistema previdenziale.

Attenzione però perché possono aver diritto a questa pensione anticipata – con il requisito contributivo ridotto a 41 anni al di là dell’età anagrafica:

  • soltanto quanti hanno compiuto almeno 12 mesi di lavoro, anche non continuativo, prima del 19esimo anno di età,
  • rientranti nelle categorie costituite dai disoccupati, i caregivers, gli invalidi civili, e coloro che svolgono lavori gravosi e usuranti.

Ricapitolando quanto abbiamo detto finora, un invalido riconosciuto tale dalle competenti commissioni mediche ASL può andare in pensione anticipatamente:

  • sfruttando l’Ape sociale a partire dai 63 anni con almeno 30 anni di contributi versati;
  • con Quota 41 senza limiti di età ma ottenendo 41 anni di contributi regolarmente versati.

Per ciò che attiene al requisito dell’invalidità, in ambo i casi almeno questa deve essere pari ad almeno il 74%, regolarmente certificato.

Opzione donna: la terza opportunità di pensione per le lavoratrici invalide

Infine ricordiamo che quest’anno Opzione donna sopravvive, ma ridimensionata nei requisiti. Infatti dal 2023 un’altra misura collegata all’invalidità è appunto detta Opzione, così come prorogata e modificata dall’ultima manovra. La novità che ha fatto discutere è la limitazione delle potenziali beneficiarie, in quanto  una delle non molte categorie a cui Opzione Donna si applica oggi è proprio quella delle lavoratrici invalide.

In sintesi, è ‘sufficiente’ avere un’invalidità acclarata al 74% per poter sfruttare questo trattamento agevolato dal punto di vista dell’uscita dal lavoro e delle pensioni. Le donne possono uscire già a 58 anni di età con 35 anni di contributi regolarmente versati. Attenzione però, sono necessari almeno due figli avuti in precedenza per poter andare in pensione già a 58 anni. Mentre con un solo figlio l’età sale a 59 anni e, invece, senza figli si parte dai 60 anni di età.

Ricordiamo infine che i requisiti anagrafici e contributivi, come pure il grado di invalidità devono essere conseguiti entro il 31 dicembre dell’anno anteriore a quello nel quale si fa la domanda di pensione con Opzione donna.


    Claudio Garau

    Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile.Da diversi anni ha scelto di svolgere a tempo pieno il lavoro di redattore web, coniugando la sua passione per la scrittura e la tecnologia con quella per l’informazione, specialmente in campo giuridico. Si pone l’obiettivo di spiegare concetti e rendere comprensibili argomenti delle leggi, che è utile conoscere nella vita di tutti i giorni. Tra le sue passioni nel tempo libero ci sono il mare, lo sport e i motori.

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