Lo sgravio contributivo potenziato dall’ultima legge di Bilancio scatterà da febbraio per tutti i lavoratori.
Il governo Meloni ha disposto un nuovo taglio al cuneo fiscale così da aumentare indirettamente a parità di lordo lo stipendio netto in busta paga.
Si aspetta così l’agevolazione fiscale che ridurrà la quota contributi a carico del dipendente. L’iniziativa è valida a prescindere dal settore di competenza ma a seconda di questo potrebbero esserci ulteriori bonus ad hoc, come nel caso dei dipendenti pubblici che attendono l’incremento dell’1,5% come disposto dalla legge di Bilancio 2023.
Si tratta nel dettaglio, di un agevolazione fiscale che si rivolge alle classi di reddito fino ai 2.691 euro mensili. Per chi ha uno stipendio d’imponibile lordo previdenziale inferiore alle seguenti cifre, spetta una decurtazione percentuale della quota di contributi che il lavoratore deve versare all’Inps.
Per chi ha uno stipendio inferiore a 1.923 euro c’è una riduzione dei contributi INPS del 3%. Per chi ha invece uno stipendio superiore ma comunque inferiore a 2.692 euro beneficerà di una riduzione dell’imponibile INPS del 2%.
Con la circolare n. 7 del 24 gennaio 2023 l’Inps ha fornito ai datori di lavoro le istruzioni per applicare gli sgravi già con le prossime buste paga. La situazione dovrebbe coinvolgere tutti i lavoratori a partire dalla busta paga di febbraio, dove dovrà essere riconosciuto anche l’arretrato per il mese di gennaio.
Il portale dei pagamenti dei dipendenti pubblici ha bisogno di maggior tempo a disposizione per adeguare i sistemi alla novità incorso.
Un capitolo a parte va aperto sullo stesso tema per le Forze armate e di polizia. Queste categorie riceveranno un Bonus defiscalizzazione nel caso in cui: Nell’anno 2021 abbiano percepito un reddito da lavoro dipendente non superiore a 28.974 euro oppure siano in costanza di servizio alla data del 1° gennaio 2022. A tutti questi è riconosciuto il cosiddetto bonus defiscalizzazione, introdotto per tutelare i redditi più bassi in sostituzione al trattamento integrativo.
Infine chi se lo stesse domandando; non bisogna aspettarsi maggiorazioni dello stipendio nei giorni del carnevale. Nonostante le scuole chiuse in gran parte d’Italia, né il giovedì né tanto meno il martedì grasso sono considerati giorni festivi.
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